È un anno record per la Dengue. Quanti casi in Italia e nel mondo?

Un altro anno record per la dengue, il 2024. Dopo un 2023 in cui si è registrato il dato più alto di contagi nel mondo, con circa 6,5 milioni di infetti, a due mesi da fine anno il conto è quasi raddoppiato, per un totale di più di 12 milioni di casi, di cui oltre la metà certificati da analisi di laboratorio. E sono complessivamente 8.791 le vittime che questo virus ha mietuto da inizio anno a settembre, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità. Anche in Italia il virus è arrivato, e anche da noi i numeri registrati dall’Istituto superiore di sanità dicono che mai prima d’ora è stato così diffuso nel territorio nazionale. Dengue, un arbovirus Il virus della dengue appartiene a una famiglia di cui fanno parte un centinaio di virus, tutti accomunati dall’essere trasmessi da zanzare o zecche. Si tratta degli arbovirus , di cui fanno parte anche l’encefalite da zecca, la zika, il virus del Nilo occidentale e il virus Toscana. Nella maggior parte dei casi i sintomi della dengue sono blandi e del tutto simili a quelli di un’influenza, febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, ma in alcuni casi l’evoluzione clinica può portare a complicazioni gravi, come febbri emorragiche, e anche alla morte. Purtroppo non ci sono cure specifiche per questa infezione, e la terapia è solo sintomatica in attesa che il sistema immunitario abbia la meglio sul virus. L’Agenzia italiana per il farmaco ha approvato nel febbraio 2023 un vaccino tetravalente con virus vivo ma attenuato. La malattia, fino a qualche anno fa confinata nei Paesi equatoriali e tropicali , ha conosciuto negli ultimi tempi maggiore diffusione, a causa della tropicalizzazione di climi prima miti e alla crescente circolazione di merci e individui. Numeri in crescita in Italia I dati ufficiali, raccolti dall’Iss tramite le Regioni, sono rielaborati anche da ArboItaly, iniziativa di un gruppo di epidemiologi guidati da Francesco Branda che sfrutta gli open data per monitorare la diffusione delle infezioni da arbovirus sul territorio nazionale. Da inizio 2024 alla fine di ottobre sono stati registrati 667 casi di dengue in Italia, un numero epidemiologicamente molto piccolo ma significativamente più grande di quelli registrati negli ultimi dieci anni nel nostro Paese. Nel 2023 i casi erano stati 377, nel 2022 poco più di un centinaio, che è anche la media di casi annuali dal 2015, eccezion fatta per il biennio segnato dalla pandemia di Covid-19 che fa storia a sé. Dei 667 casi del 2024, 460 sono associati a viaggi all’estero e 207 sono invece casi autoctoni. L’età media dei contagiati è di 45 anni, la fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni, e il virus sembra non avere preferenze di genere dato che la quota di maschi e femmine infettati è del 50%. Finora, fortunatamente, nessun caso ha avuto esiti fatali per i pazienti. Regioni e cronologia Le Marche sono la regione più colpita, con 148 casi, 97 i contagi in Lombardia e 96 in Emilia Romagna. Queste due ultime regioni sono attualmente teatro di focolai attivi di infezione, mentre nelle Marche non vengono segnalati nuovi casi da più di due settimane anche se, come si legge nel bollettino dell’Iss di fine ottobre, “il focolaio non è ancora chiuso ed è possibile la presenza di ulteriori casi limitati nelle prossime settimane”. La cronologia della diffusione della dengue in Italia dice che il picco dei contagi si è avuto tra agosto e settembre. Novantanove casi ad agosto e addirittura 200 a settembre. Ottobre registra un calo nella diffusione con 30 casi, tutti concentrati nelle regioni del nord est. A ogni focolaio segnalato viene attivata la disinfestazione delle uova di zanzara nelle aree colpite. I dati delle prossime settimane diranno se la diffusione continuerà, come auspicabile, a rallentare.

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