Allerta dengue, Pregliasco a Sky TG24: "Nessun allarme, ma attenzione alle zanzare"
Salute e BenessereIntervista al direttore della scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano dopo l'aumento dei casi: "La dengue è endemica in 110 paesi, ma in questo momento la situazione in Brasile è particolarmente preoccupante per il gran numero di casi riscontrati. La principale possibilità di prevenzione, oltre alla vaccinazione dedicata a persone a rischio, è il controllo delle zanzare"
Dall’inizio del 2023 ad oggi, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, sono stati confermati 362 casi di dengue in Italia di cui 82 autoctoni, trasmessi localmente. L’ultimo caso sospetto a Brescia, dove Comune e Ats hanno effettuato una disinfestazione straordinaria. Abbiamo intervistato il Prof. Fabrizio Ernesto Pregliasco, direttore della scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano.
Si chiamano arbovirosi, malattie tropicali trasmesse dalle zanzare. L’European Climate Risk Assessment ha messo in guardia sulle nuove epidemie. Cosa sta accadendo? C’è motivo di preoccupazione?
"La dengue, una malattia conosciuta da secoli, dopo la seconda guerra mondiale ha visto una continua crescita legata dapprima agli effetti della guerra poi a una serie di disboscamenti e stravolgimenti ambientali. L’innalzamento della temperatura favorisce la crescita e la diffusione dei vettori. La dengue è endemica in 110 paesi, ma in questo momento la situazione in Brasile è particolarmente preoccupante per il gran numero di casi riscontrati. La principale possibilità di prevenzione, oltre alla vaccinazione dedicata a persone a rischio, è il controllo delle zanzare. Le istituzioni devono fare la loro parte ma anche il comportamento dei singoli è determinante".
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La dengue inizia a circolare anche in Europa. Come?
"Lo scorso anno in Italia ci sono stati circa 300 casi importati e 80 autoctoni derivanti da focolai determinati da pazienti punti dalla zanzara tigre che ha diffuso la patologia intorno alle proprie abitazioni".
Quali sono i pericoli della dengue? E che differenza c’è tra il primo e il secondo contagio?
"La patologia nella maggioranza dei casi è asintomatica, e da qui la difficoltà di controllarla, i casi clinici in genere si autorisolvono dopo un periodo di febbre elevata, forti dolori muscolari, rash cutanei, vomito. Una quota limitata di casi determina la forma emorragica che determina shock e rischio vita. In particolare questi casi avvengono se il soggetto subisce una seconda infezione. Purtroppo la protezione determinata dalla malattia riguarda solo il tipo di virus che si è contratto quindi in caso di reiezione con uno degli altri quattro tipi la patologia può svilupparsi in modo pesante".
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Quali sono i sintomi? Quando ci dobbiamo preoccupare?
"Entro massimo 14 giorni dall’infezione si evidenziano con febbre elevata, cefalea, forti dolori muscolari e articolari, vomito, diarrea e rash cutanei".
Come difendersi?
"Evitare la puntura di zanzara con repellenti, non utilizzare abiti sgargianti ed evitare profumi intensi".
Cosa devono fare le autorità sanitarie?
"Controllare gli arrivi delle navi e degli aerei da zone a rischio per evitare che la zanzara aedes aegypti colonizzi anche in Europa perché è la specie che ha la maggior capacità di trasmettere la malattia. Informare i cittadini che arrivano da zone a rischio che in caso di insorgenza di sintomi dubbi si rivolgano al medico per una diagnosi che si esegue con un prelievo di sangue. A livello dei comuni eseguire da aprile a settembre ogni mese trattamenti di disinfestazione adulticida e larvicida per evitare lo sviluppo delle zanzare. Purtroppo la zanzara tigre molto presente in Italia, seppur con minore efficacia rispetto alla aedes aegypti può trasmettere la malattia. Sfalciare le zone incolte ed evitare il ristagno di acqua. Questa è una responsabilità anche di tutti i cittadini, ad esempio rischiosa l’acqua stagnante di un sottovaso sul balcone anche di una zona urbana".