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Donazione samaritana consente una catena di tre trapianti tra Padova, L’Aquila e Bologna

Salute e Benessere
©Ansa

Un uomo ha effettuato una donazione samaritana di rene, la prima in Italia dal 2019, attivando una catena di trapianti incrociati tra Padova, L’Aquila e Bologna. In una sola giornata sono stati realizzati tre interventi simultanei, grazie alla collaborazione di 110 operatori sanitari

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Una scelta altruista che salva tre vite. Un uomo ha donato un rene senza sapere chi lo avrebbe ricevuto, attivando una catena di donazioni e trapianti incrociati tra coppie incompatibili che ha riportato a una vita normale ben tre pazienti tra Padova, L’Aquila e Bologna. La notizia, annunciata dal Centro nazionale trapianti in una nota, segna il ritorno in Italia della "donazione samaritana” dopo oltre cinque anni, una pratica in cui una persona in perfetta salute sceglie di donare un rene a uno sconosciuto in lista d’attesa, in forma totalmente gratuita e anonima. Un atto di puro altruismo che ha richiesto un coordinamento impeccabile tra ospedali e equipe mediche.

Una giornata di trapianti simultanei  

Donazioni e trapianti sono stati realizzati nell’arco di una sola giornata, lo scorso novembre, in perfetta simultaneità in tre diversi centri a Padova, L'Aquila e Bologna. I prelievi sono avvenuti di prima mattina nei tre diversi ospedali. Subito dopo, i reni sono stati affidati alla Polizia stradale, che ha provveduto al trasferimento presso i centri di destinazione utilizzando due Lamborghini (modelli Urus e Huracan, adattati per il trasporto di organi) e un’altra vettura. Una volta arrivati a destinazione, i reni sono stati consegnati alle equipe chirurgiche che hanno eseguito i trapianti contemporaneamente nei tre pazienti. Gli interventi sono riusciti con successo e, pochi giorni dopo, sia i donatori che i riceventi sono stati dimessi in buone condizioni di salute. Questa complessa operazione ha coinvolto complessivamente 110 operatori sanitari tra medici, infermieri, psicologi, biologi, personale del Centro nazionale trapianti (Cnt) e dei coordinamenti regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia-Romagna.

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La catena di donazione nel dettaglio

Come spiegato dal Cnt, il donatore samaritano si è affidato al Centro trapianti rene-pancreas dell’Ospedale di Padova. Prima di essere ammesso al programma di donazione, ha dovuto affrontare un rigoroso iter di valutazione clinica, immunologica e psicologica. Come previsto dal protocollo nazionale, la sua idoneità è stata esaminata da due commissioni indipendenti, una regionale e una nazionale. Il via libera definitivo è arrivato dal Tribunale competente, che ha autorizzato il prelievo da vivente, accertando la libertà e la consapevolezza della decisione. Dopo l’approvazione del magistrato, il Centro nazionale trapianti ha accettato la donazione dell’organo e ha attivato una serie di trapianti concatenati tra coppie donatore-ricevente tra loro incompatibili. Nello specifico, il rene del samaritano è stato donato a un paziente in cura presso il Centro trapianti dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila. A sua volta, un familiare del ricevente aquilano (incompatibile con quest’ultimo) ha donato un rene che è stato destinato a un paziente del Centro trapianti di rene del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Anche in questo caso un familiare del trapiantato ha donato un rene che è stato destinato a un paziente iscritto nella lista d’attesa ordinaria presso il Centro trapianti di Padova.

29 trapianti grazie alle donazioni samaritane

Erano oltre cinque anni e mezzo che in Italia non avveniva una donazione samaritana, e complessivamente si è trattato del nono donatore dal 2015, anno in cui il Centro nazionale trapianti ha attivato questo specifico percorso. Grazie a queste nove donazioni, sono stati effettuati complessivamente 29 trapianti di rene. Questi interventi hanno coinvolto, nelle varie catene di donazione, 21 coppie di donatore e ricevente.

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