Malattia in Congo, dalle possibili cause ai sintomi. Domande e risposte

Salute e Benessere
Ansa/Getty

Introduzione

La Repubblica Democratica del Congo è in stato di "massima allerta" sanitaria per una patologia ancora non definita, che ha causato da fine ottobre alcune decine di vittime e centinaia di contagiati. La malattia misteriosa viene monitorata anche dall'Organizzazione mondiale della Sanità, che è al lavoro con le autorità locali "per comprendere la situazione”. Ecco quali sono i pareri degli esperti.

Quello che devi sapere

Quali sono le possibili cause?

  • L’Oms ha inviato un team nel Paese "per raccogliere campioni da analizzare in laboratorio”. Sulla malattia finora sconosciuta l’organizzazione ha comunicato: "Attualmente si sta studiando come possibile causa un agente patogeno respiratorio come l'influenza o il Covid-19, insieme a malaria, morbillo e altre malattie".

Per approfondire: Malattia "misteriosa" Congo, l'Italia alza l'attenzione sui voli in arrivo. Cosa sappiamo

Dove è stata localizzata la malattia?

  • "Finora la malattia è stata segnalata in sette delle 30 zone sanitarie della provincia di Kwango. La maggior parte dei casi sono segnalati in tre delle sette zone sanitarie colpite", dice l’Oms. Il focolaio è stato individuato nel sud-ovest del Paese, nell'area di Panzi, a circa 700 km a sud-est della capitale Kinshasa. Si tratta di una zona rurale con pochissime strutture sanitarie, un alto tasso di malnutrizione e scarso accesso all’acqua potabile

Quali sono le cifre di vittime e contagiati?

  • Le autorità locali hanno fornito un bilancio che però è in evoluzione. Il numero dei decessi varia tra 70-80 e circa 140. Giovanni Rezza, professore di igiene e sanità pubblica presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, già dirigente di ricerca dell'Iss, ha detto che “la letalità appare molto alta, circa un terzo delle persone colpite”. La maggior parte delle persone decedute ha un'età superiore ai 15 anni, ha dichiarato il Ministero della Sanità congolese. La malattia ha finora colpito persone di tutte le età: quasi la metà dei casi coinvolge bimbi sotto i cinque anni

Quali sono i sintomi?

  • I sintomi secondo le autorità sanitarie locali sono simili all'influenza (tosse, febbre e forte mal di testa) con anemia. "Pare che i sintomi siano simili all'influenza. L'Oms si sta muovendo e dobbiamo ancora capire bene, magari non è nulla di preoccupante”, dice l'infettivologo Matteo Bassetti. "Speriamo bene perché l'ultima volta dal Congo è arrivata l’Ebola e da poco c'è stata un'epidemia di Mpox: è un Paese che è un vaso di Pandora per quanto riguarda i virus, i problemi batteriologici e parassitologici in generale. C'è un sistema sanitario inadeguato per l'affollamento delle città e si vive ancora in una condizione assolutamente inadeguata, quindi è chiaro che qualunque tipo di microorganismo, qualunque tipo di nuova infezione, lì trova un terreno molto fertile”. Secondo Carlo Perno, responsabile Microbiologia e diagnostica di immunologia, ospedale pediatrico Bambino Gesù, "la sintomatologia è simil-influenzale, ma poi le persone muoiono. Si tratta perciò molto probabilmente di una patologia di origine infettiva diversa da quelle conosciute, da un patogeno con un decorso evolutivo molto rapido che può ricordare, i filovirus come ebola”

Cosa c’entrano l’anemia e la zoonosi?

  • Tra i sintomi dei pazienti è stata segnalata anche l’anemia. “Questa potrebbe essere spiegata da fenomeni di malnutrizione, malaria e dalla situazione sanitaria di base della zona”, spiega il dottor Rezza, secondo cui l'area è caratterizzata da frequenti contatti uomo-animale e non è nuova a eventi del genere. Anche il virologo Roberto Burioni ha parlato di “un quadro clinico strano (anemia), che non mi piace. Nessun panico, ma attenzione”. Il dottor Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia all'Università Campus Bio-medico di Roma, ha spiegato che "ancora non sappiamo nulla, ma probabilmente è una malattia infettiva. Visti i morti nei villaggi potrebbe trattarsi di zoonosi (malattie causate da agenti trasmessi per via diretta o indiretta, dagli animali all’uomo ndr.), ma ancora non abbiamo dati”

Cosa non sappiamo ancora?

  • Jean Kaseya, esperto a capo degli Africa Centers for Disease Control and Prevention, ha detto che “le prime diagnosi ci portano a pensare che si tratti di una malattia respiratoria”, aggiungendo che ci sono molti aspetti ancora sconosciuti della malattia, a partire dalla contagiosità e trasmissibilità. "La diagnosi è molto difficile. Occorre attendere che i campioni siano trasferiti almeno al laboratorio attrezzato di Kinshasa, se non ad altri centri più specializzati con il supporto dell’Oms”, ha detto il dottor Rezza. "Lì si capirà se si tratta di una patologia batterica nota, come quella da meningococco, una febbre emorragica o una sindrome influenzale. In quel caso la diagnosi sarebbe molto veloce, ma se si trattasse di qualcosa di nuovo allora occorrerebbe più tempo. Fino ad allora azzardare ipotesi è facile, ma al momento molte cose non sono note”. Il dottor Carlo Perno conferma che “non conosciamo il numero dei contagi totali, importante per determinare il grado di patogenicità”

Come si sta muovendo l’Italia?

  • Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, ha detto che "la sorveglianza è attiva e monitoriamo costantemente la situazione senza allarmismi ma con la doverosa attenzione". Il ministero “si è attivato in via cautelativa richiedendo agli uffici periferici Usmaf (gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero, ndr) di assicurare la dovuta attenzione nelle attività di controllo a cui sono preposti". Insomma l’Italia ha alzato il livello di attenzione "su tutti i punti di ingresso, in particolare modo per i voli diretti provenienti dal Paese”. Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia sui social ha spiegato: “Abbiamo immediatamente attivato le procedure di innalzamento della nostra attenzione in porti ed aeroporti, come fatto con successo con la Dengue. Ai cittadini ripetiamo, anche perché non ci sono voli diretti con il Congo: nessun allarme”.

Per approfondire: Gli esperti: prossima pandemia potrebbe essere causata dal virus dell’influenza