Malattie cardiovascolari, l’inquinamento di suolo e acqua ne aumenta il rischio: lo studio

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A indicarlo è un nuovo studio internazionale pubblicato su Nature Reviews Cardiology, che evidenzia come le malattie legate all'inquinamento chimico del suolo, dell'acqua e dell'aria siano responsabili di circa 9 milioni di morti premature all'anno

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Diversi studi hanno dimostrato che l'inquinamento dell'aria non colpisce solo i polmoni, ma può anche danneggiare il cuore. Ora, un nuovo studio internazionale  fa un ulteriore passo avanti, mostrando come non solo l’aria, ma anche l’inquinamento del suolo e dell’acqua, siano strettamente legati alle malattie cardiovascolari. Pubblicato sulle pagine della rivista specializzata Nature Reviews Cardiology, lo studio stima che ogni anno circa 9 milioni di morti premature nel mondo siano attribuibili a malattie legate all'inquinamento chimico del suolo, dell'acqua e dell'aria, pari al 16% dei decessi globali. Di questi, la metà risulta essere di origine cardiovascolare. Secondo gli autori, il degrado del suolo minaccia la salute di almeno 3,2 miliardi di persone nel mondo, ovvero il 40% della popolazione globale. Inoltre, più di due miliardi di persone (il 25% della popolazione mondiale) vivono in Paesi particolarmente colpiti dall'inquinamento delle acque.

Cause ambientali e danni al sistema cardiovascolare

Le cause dell’inquinamento del suolo e dell’acqua sono diverse e legate a pratiche eco-distruttive come la deforestazione, il cambiamento climatico, la polvere nell'aria, l’uso eccessivo di fertilizzanti e la progettazione di città malsane. Come sottolineato dai ricercatori nell’articolo di revisione, l’inquinamento dovuto a metalli pesanti, pesticidi e micro e nanoplastiche può causare danni al sistema cardiovascolare, provocando stress ossidativo, infiammazione e alterando i ritmi circadiani. L'esposizione a sostanze chimiche tossiche, come metalli pesanti, solventi, diossine e pesticidi può avvenire sul luogo di lavoro, attraverso prodotti di uso comune o per contaminazione ambientale, contribuendo a una disfunzione dei vasi sanguigni e allo sviluppo di malattie cardiovascolari. "La contaminazione del suolo è un pericolo molto meno visibile per la salute umana rispetto all'aria sporca”, ma sempre più prove “dimostrano che gli inquinanti presenti nel suolo e nell'acqua possono danneggiare la salute cardiovascolare”, hanno commentato i due autori principali dello studio, Thomas Munzel, professore senior, e Andreas Daiber, responsabile del Molecular Cardiology Research Group presso il Dipartimento di cardiologia dell'Università di medicina di Magonza. Questo avviene “attraverso alcuni meccanismi centrali che sono stati identificati come fattori chiave nel processo aterosclerotico, come l'infiammazione del sistema vascolare, l'aumento dello stress ossidativo, ma anche l'interruzione dell'orologio naturale del corpo che causa una disfunzione vascolare (endoteliale) che può portare all'inizio o alla progressione della malattia aterosclerotica". I risultati del nuovo studio “possono aiutarci a incoraggiare fortemente i cardiologi a considerare i fattori ambientali che potrebbero influenzare il rischio dei loro pazienti”, ha concluso Munzel.

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Gli effetti della polvere trasportata dall’aria

Dalla revisione è inoltre emerso che, oltre al suolo e all’acqua, anche la polvere contaminata trasportata dall’aria (come la polvere del Sahara o del deserto) costituisce un rischio per la salute cardiovascolare. Circa 770mila decessi cardiovascolari all'anno possono essere attribuiti all'inquinamento da polvere.
"Purtroppo, i modelli climatici prevedono che questa polvere trasportata dall'aria aumenterà in modo significativo e che la qualità dell'aria peggiorerà con il riscaldamento del pianeta", ha riferito Jos Lelieveld del Max Planck Institute for Chemistry. Secondo gli autori dello studio, controllare l'inquinamento del suolo e dell'acqua è essenziale per ridurre il rischio cardiovascolare. Tra le misure chiave proposte, vi sono il miglioramento della filtrazione dell’acqua, una gestione efficace della qualità dell’aria e l’adozione di buone pratiche agricole, per ridurre l’esposizione a sostanze chimiche nocive e proteggere la salute globale della popolazione.

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