Inquinamento dell'aria, in Italia si muore più che altrove. Perché?

Se verranno confermate le date dello scorso anno, tra un mese verranno accesi gli impianti di riscaldamento nelle città della Pianura Padana e dell’Appennino centrale. Il che segnerà l’inizio della stagione in cui la qualità dell’aria peggiora in Italia. Al punto da essere tra le meno respirabili dell’Unione europea. A confermarlo sono i dati comparativi diramati dall’Agenzia europea per l’ambiente . Le città europee più inquinate L’ultimo report pubblicato dall’Aea, raccoglie e confronta tutti i dati registrati nel 2022 e nel 2023 relativi alla concentrazione di PM 2.5 - le polveri sottili particolarmente dannose per l’organismo - in tutte le città europee con più di 50 mila abitanti. Purtroppo molte città italiane occupano gli ultimi posti di questa classifica comunitaria. Nel biennio preso in considerazione, solo gli abitanti di Slavonski Brod, in Croazia, e Novi Sacs, in Polonia, hanno respirato un’aria peggiore di quelli di Cremona, Vicenza, Padova, Venezia e Piacenza. E tra le venti peggiori città Ue, troviamo anche Torino, Bergamo, Brescia, Treviso e Milano, fanalino di coda tra i centri Ue con più di un milione di abitanti. Nei cieli di queste città padane, la concentrazione di PM 2.5 è superiore ai 20 microgrammi di inquinante gassoso per metro cubo di aria ambiente, e cioè 20 μg/m3. All’altro capo della classifica troviamo, come prevedibile, le città scandinave, con la svedese Uppsala che svetta su tutte con una concentrazione di PM 2.5 media di 3,5 μg/m3. Tra le capitali europee, l’aria migliore si respira a Reykjavik , poi a Tallin , Stoccolma ed Helsinki . Mentre sono assenti le italiane dalle prime venti posizioni. Già detto della pessima performance dei centri urbani della Pianura Padana, vediamo dove si respira meglio nel nostro Paese. La più virtuosa è Sassari, che con una concentrazione di inquinante di 6,2 μg/m3, è la ventunesima nella classifica Ue. Non molto inquinata l’aria nemmeno a Livorno, Savona e Siracusa, tutte sotto il limite di 10 microgrammi. Il capoluogo di regione più in alto in classifica è Genova . Parametri Ue e parametri Oms Se in base ai parametri accettati dall’Unione europea i centri con meno di 10 μg/m3 sono da considerarsi teatro di un inquinamento ‘fair’, cioè non particolarmente pericoloso per la salute, le cose assumono una prospettiva completamente diversa se si adottano i criteri suggeriti dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’Oms, infatti, ha recentemente rivisto la soglia sopra cui si corrono rischi per la salute, portandolo a 5 microgrammi . Il che rende il 96% delle città europee a rischio e tutte quelle italiane. I decessi per inquinamento Le preoccupazioni dell’Oms sono basate sui dati che riguardano le morti premature in Europa causate da inquinamento di PM 2.5. Dati che vedono nuovamente l’Italia tra i peggiori Paesi dell’Unione. Nel 2021 le morti premature attribuibili all’inquinamento da polveri sottili sono state 46.792, pari a 0,79 per mille abitanti. La media Ue è pari a 0,57, in Francia i decessi sono 0.31 per mille abitanti. L’unica nota positiva è che il dato è migliorato rispetto agli anni precedenti. Nel 2005 le morti premature erano state più di una per mille abitanti . Peggio di noi sono messi i Paesi balcanici, soprattutto la Macedonia del Nord la Bosnia e unica nazione a peggiorare dal 2005 e la Serbia . Rischio bambini E l’ultimo allarme in ordine di tempo è quello lanciato dall’Unicef, a margine della pubblicazione del report sulla mortalità infantile attribuibile al PM 2.5. I bambini, in quanto categoria fragile, sono tra i più colpiti dall’esposizione agli inquinanti atmosferici. Negli ultimi dati raccolti in 23 Paesi europei e centro asiatici, i minorenni vittime di inquinamento da polveri sottili sono stati 6.441, di questi più di 5mila sotto i cinque anni. E l’85 % di loro aveva meno di un anno. L'inquinamento dell’aria è, infatti responsabile di danni alla formazione degli organi interni del feto, che spesso subisce le conseguenza peggiori prima ancora di uscire dalla placenta. E l’inquinamento diventa così una delle principali cause di morte sotto i 12 mesi di età, dato che a esso è imputato un decesso ogni 5.