Liste di attesa, visite nei weekend in Lombardia ma pesa la carenza di medici e infermieri

Salute e Benessere
Emanuela Ambrosino

Emanuela Ambrosino

Il decreto per ridurre le liste di attesa prevede visite ed esami nei fine settimana, ma non stanzia fondi per nuovo personale o attrezzature. Nonostante i 61 milioni di euro stanziati in Lombardia, la carenza di medici e infermieri resta critica. Il fenomeno del "no-show" aggrava la situazione, con pazienti che non si presentano alle visite prenotate

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Nel decreto per fronteggiare le liste di attesa non ci sono fondi per nuovo personale né per l’acquisto di strumentazioni. Il provvedimento prevede però la possibilità di fare visite e esami nel weekend e di prolungare le fasce orarie. In molte regioni - tra cui la Lombardia - questo si fa già.

Reparto di radiologia, policlinico di Milano

In Lombardia 61 milioni di euro per abbattere le liste di attesa

 

Tre mesi fa sono stati stanziati oltre 61 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa e arrivare a garantire oltre 7 milioni di prestazioni, di cui 2 milioni di prime visite, che rientrano nel Piano Nazionale Gestione Liste di Attesa entro dicembre 2024 e 1 milione di prestazioni in più rispetto al 2023. Ambulatori e ospedali garantiscono visite ed esami di diagnostica fino alle 20, dal lunedì al venerdì e nel weekend. La delibera prevede anche il monitoraggio del rispetto delle classi di priorità indicate dalla ricetta medica per l’erogazione della prestazione e le indicazioni sulle tempistiche di esecuzioni dei principali esami e visite. Per semplificare l’accesso alle cure, la prestazione di controllo prescritta dallo specialista dovrà essere prenotata dalla stessa struttura in cui viene effettuata la visita per garantire un percorso di presa in carico del paziente.

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Chi prenota una visita e non si presenta pagherà il ticket

 

In Lombardia c’è un 40% di visite, che vengono prescritte e prenotate, ma non erogate con servizio  sanitario nazionale. Sono il cosiddetto fenomeno del "no-show" che allunga ancora di più le liste di attesa.
Questo perché il paziente che vuole anticipare ulteriormente i tempi o cambiare struttura, preferisce rivolgersi al privato. Questo comporta però che il suo posto resta occupato impropriamente. Per questo il decreto legge prevede il richiamo a 48 ore e il pagamento comunque del ticket, anche per gli esenti, nel caso in cui non disdicono e non si presentano.

 

In Italia mancano medici e infermieri

 

A preoccupare è la mancanza del personale sanitario. L'età media dei medici è sempre più elevata, con il 56% che ha più di 55 anni. Entro il 2025, andranno in pensione 29.000 camici bianchi e 21mila infermieri, senza un sufficiente inserimento di nuovi professionisti. 11.000 medici ospedalieri hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche fra il 2019 e il 2022. “La riflessione che va fatta è che la popolazione invecchia sempre di più, aumenta il bisogno di prestazioni sanitarie e nel frattempo diminuiscono i professionisti della salute che sul mercato del lavoro si fa fatica ad intercettare”, spiega il Direttore generale del Policlinico di Milano Matteo Stocco. “Il personale manca perché c’è una denatalità importante, meno studenti che si iscrivono e che terminano gli studi. Quindi lo sguardo deve andare oltre e prendere ciò che la tecnologia e la ricerca ci mettono a disposizione come la telemedicina o le nuove alternative terapeutiche. La ricerca in questo senso ci può aiutare.

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