Identificata prima terapia al mondo che previene l'insufficienza renale acuta: lo studio
Salute e BenessereLa terapia con gli aminoacidi è in grado di prevenire l'insufficienza renale acuta, una patologia più frequente e mortale dell'infarto miocardico acuto. Lo studio ha coinvolto 3.511 pazienti di 22 centri in Paesi tra i quali Italia, Croazia e Singapore
Uno studio internazionale, guidato dall'Ospedale San Raffaele di Milano, ha individuato per la prima volta al mondo un trattamento per prevenire una patologia più frequente e mortale dell'infarto miocardico acuto: l'insufficienza renale acuta (Ira). In particolare la ricerca, pubblicata sulla rivista New England Journal of Medicine (Nejm), "ha dimostrato per la prima volta - spiega il San Raffaele - l'efficacia della somministrazione endovenosa di amminoacidi per prevenire la comparsa di Ira in seguito a intervento chirurgico con bypass cardiopolmonare".
Lo studio
Lo studio internazionale coordinato dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, finanziato grazie alla vittoria di un bando del ministero della Salute italiano, ha visto la partecipazione di 3.511 pazienti provenienti da 22 centri, tra i quali Italia, Croazia e Singapore, e sarà presentato dal professor Giovanni Landoni e dalla dottoressa Martina Baiardo Redaelli a Belfast, in occasione del Critical Care Reviews Meeting 2024. "I dati che abbiamo raccolto con questo studio confermano che la terapia con gli aminoacidi è in grado di prevenire l'insufficienza renale acuta. Da oggi potremo studiare e forse applicare questi risultati non solo agli interventi chirurgici effettuati con bypass, ma anche a chi soffre di insufficienza cardiaca, a chi si sottopone a trapianto di rene, a chi ha un'insufficienza renale in corso", ha commentato il professor Alberto Zangrillo, primario dell'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale al San Raffaele.
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L' insufficienza renale acuta
L'Ira, presente nel 10-15% di tutti i pazienti ospedalizzati nel mondo e nel 50% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, rappresenta una condizione critica con alta mortalità e morbilità. Uno studio ha infatti rilevato che il tasso di mortalità a 90 giorni nei pazienti critici con Ira può arrivare fino al 30-40% (BioMed Central), rendendo questo evento decisamente più mortale rispetto all'infarto del miocardio. Sono oltre 300 milioni l'anno gli interventi chirurgici nel mondo, un milione eseguito con ausilio di bypass cardiopolmonare. Come ricorda lo stesso San Raffaele, "il corpo e gli organi dei pazienti che affrontano un intervento chirurgico sono sottoposti ad uno stress acuto e diversi studi affermano che a risentire dello stress operatorio sono soprattutto i reni, in quanto si riduce la perfusione renale e aumenta il rischio di sviluppare insufficienza renale acuta (IRA), che può successivamente evolvere in malattia renale cronica".
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La terapia
I ricercatori hanno somministrato per via endovenosa la terapia di aminoacidi a un primo gruppo di 1759 pazienti adulti che venivano sottoposti a intervento di chirurgia cardiaca con bypass cardiopolmonare e nei tre giorni successivi l'intervento, mentre ai restanti 1752 è stato somministrato un placebo. Hanno poi riscontrato che l'Ira si è verificata in 474 pazienti del gruppo che ha ricevuto il farmaco (26,9%) rispetto a 555 pazienti del gruppo che ha ricevuto il placebo (31,7%), registrando una diminuzione della probabilità di comparsa del 5%.