
Cannabis light, decreto include il cbd tra le sostanze stupefacenti: cosa cambia adesso
Il cannabidiolo, estratto ottenuto dalla cannabis, entra nella tabella degli stupefacenti. "Con un decreto a sorpresa", come lo definisce l’Aduc, il ministero della Salute ha revocato la sospensione del decreto del 2020 che inseriva le composizioni per somministrazione ad uso orale di Cbd nella tabella dei medicinali allegata al testo unico sulle droghe. Il divieto interessa la vendita senza ricetta, quindi non presso farmacie, di olio e altri prodotti a base di cbd che si possono ingerire

E' stato pubblicato il 21 agosto in Gazzetta Ufficiale un decreto del Ministero della Salute che revoca la sospensione del decreto del 2020 che inseriva le composizioni per somministrazione ad uso orale di Cbd (cannabidiolo) nella tabella dei medicinali allegata al testo unico sulle droghe. In tal modo si dichiara illecito ogni uso non farmacologico degli estratti di cannabis, comprese le destinazioni ammesse dalla normativa italiana ed europea sulla canapa industriale, quali ad esempio l'uso del Cbd per la preparazione di alimenti
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Nelle farmacie italiane sono venduti diversi tipi di preparati a base di Cbd a uso galenico (distinto dal Thc che ha invece effetto psicotropo) ma il prodotto con concentrazioni inferiori è venduto anche nei canapa shop, nelle erboristerie e nei tabaccai ed è utilizzato per favorire il rilassamento, diminuire l'ansia e lenire dolori
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Il divieto quindi in questo momento interessa la vendita senza ricetta, quindi non presso farmacie, di olio e altri prodotti a base di cbd che si possono ingerire

Al momento, spiega la Repubblica, è ancora acquistabile la cannabis light da fumare, ovvero quella senza thc, ma è possibile che la stretta riguardi anche questo tipo di prodotto, considerando che a breve anche le infiorescenze della cannabis leggera rischiano il divieto

Il Ministero si sarebbe mosso secondo l'idea di base di non è vietare la sostanza, ma regolamentarla, quindi considerare di fatto il cbd un farmaco a tutti gli effetti, utile in determinate malattie (nel decreto si parla di epilessia), e per questo venduto come come tale

Una decisione che ha destato diverse polemiche: "Il ministero della Salute ha riesumato un assurdo provvedimento sulla canapa emesso 3 anni fa dall'allora ministro Speranza. Tanto assurdo che decise di sospenderlo a meno di un mese dalla sua emanazione", ha sottolineato in una nota Federcanapa

"Una dichiarazione sorprendente dal momento che il CBD non ha effetto stupefacente, come aveva concluso già pochi mesi prima del decreto una Commissione di esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e come aveva ribadito una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del novembre 2020", rileva ancora l'associazione

"La decisione del ministero - conclude la nota di Federcanapa - è tanto più illogica in quanto non potrà impedire la libera circolazione in Italia di alimenti e cosmetici al Cbd prodotti legalmente in altri Paesi europei ed è destinata a danneggiare unicamente i produttori nazionali"

Critiche arrivate anche da parte dei Radicali, per voce di Giulia Crivellini e Federica Valcauda, rispettivamente tesoriera e responsabile direzione nazionale di Radicali Italiani: "Il tavolo di lavoro sulla cannabis terapeutica doveva essere attivo in questi anni, ma è stato convocato poche volte solo per una questione di forma. Il governo e i Ministeri non possono prendere decisioni così importanti senza chi lavora in questo settore"

Quando il decreto sarà effettivo, riassume l'avvocato Giacomo Bulleri dell'Aduc, "tutto ciò che contiene Cbd ed è ad uso orale e non cosmetico sarà appannaggio delle aziende farmaceutiche". Una possibilità per evitarlo, spiega, "sarebbe inserire delle soglie nel decreto e specificare, ad esempio, che sotto al 10% di concentrazione sia considerato come un integratore", con una legge sul modello francese

Molto dipenderà da cosa accadrà in Europa, dove è in corso la valutazione dei cibi contenenti Cbd all'interno dei Novel Food, come avviene in Regno Unito e in Francia. Quanto alla possibilità che le aziende si organizzino per fare ricorso al Tar, per Bulleri, "è da valutare con cautela, sicuramente è discutible l'inclusione negli stupefacenti del Cbd"