Vaiolo delle scimmie, l'Oms annuncia la fine dell'emergenza

Salute e Benessere

Durante la conferenza stampa il direttore generale Tedros Ghebreyesus ha però sottolineato la necessità di non abbassare la guardia e di mantenere alta la sorveglianza nelle categorie più a rischio

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Come avvenuto pochi giorni fa per il Covid, l'Oms ha dichiarato la fine dell'emergenza sanitaria globale del vaiolo delle scimmie. Ad annunciarlo è stato il direttore generale Tedros Ghebreyesus aprendo la conferenza stampa sottolineando però la necessità di non abbassare la guardia perché la fine dell'emergenza non significa che sia finita la minaccia per la salute. Durante la conferenza stampa dell'Oms è stata anche ribadita la necessità di mantenere alta la sorveglianza nelle categorie più a rischio.

Cos'è il vaiolo delle scimmie

Il nome, secondo quanto spiegato dall'Istituto Superiore di Sanità nella scheda dedicata alla patologia sul suo portale, deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. Nelle aree endemiche l'infezione è trasmessa all'uomo da un morso o un contatto diretto con un animale infetto. La classificazione come agente patogeno umano è avvenuta per la prima volta nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo. La maggior parte dei casi è stata identificata nei maschi tra 18 e 50 anni, soprattutto nella categoria Msm (men who have sex with men). Particolari pratiche sessuali sembrano quindi aver facilitato la trasmissione del vaiolo ma, ammonisce l'Iss, sono possibili anche casi di trasmissione in altri gruppi di popolazione. In base a quanto finora riportato è probabile che il patogeno circoli soprattutto tra coloro che hanno partner sessuali multipli, mentre il grado di diffusione nella popolazione generale è molto bassa. Il virus non si diffonde facilmente da persona a persona. La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti) oppure mediante il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori). I dati finora disponibili sull’epidemia in corso suggeriscono che i contagi possano essere avvenuti durante rapporti intimi.

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I sintomi

Nell'uomo la patologia si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. La malattia generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche. Possono venire somministrati degli antivirali quando necessario. Nella maggioranza dei casi l’infezione è lieve e il decorso benigno. Ci sono però categorie a rischio, come bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse, che possono manifestare sintomi più gravi.

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