La timidezza nei più giovani rappresenta una risposta alle novità e alle valutazioni sociali caratterizzata da paura e nervosismo, ma potrebbe anche dipendere in modo intrinseco dalla situazione affrontata. E' quanto emerge da uno studio degli scienziati della McMaster University e della Brock University, in Canada, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista 'Child Development'
La timidezza nei più giovani rappresenta una risposta alle novità e alle valutazioni sociali caratterizzata da paura e nervosismo, ma potrebbe anche dipendere in modo intrinseco dalla situazione affrontata. E' quanto emerge da uno studio degli scienziati della McMaster University e della Brock University, in Canada, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista 'Child Development' per descrivere i risultati del proprio lavoro
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Il gruppo di ricerca, guidato da Kristie Poole, ha analizzato la timidezza nei bambini, valutandone le manifestazioni a livello comportamentale, affettivo e fisiologico
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Teorie di lunga data asseriscono che la timidezza possa essere concettualizzata come un tratto relativamente stabile durante lo sviluppo (timidezza di temperamento), ma anche come un'emozione associata a determinate situazioni sociali (timidezza di stato)
I ricercatori hanno esaminato le risposte comportamentali, affettive e fisiologiche di bambini a cui era stato chiesto di svolgere alcune attività come compiti linguistici
I risultati suggeriscono che nella maggior parte dei casi i più piccoli possono sperimentare una sensazione di insicurezza come stato emotivo in determinate situazioni
"Il nostro lavoro - osserva Poole - fornisce un supporto empirico all'idea secondo cui potrebbe esistere un sottogruppo di bambini timidi dal punto di vista caratteriale che manifestano una maggiore reattività comportamentale, affettiva e fisiologica in risposta a un fattore di stress sociale"
"Allo stesso tempo sembra che altri bimbi siano associati alla sola componente della timidezza di stato. I dati ottenuti - aggiunge la scienziata - evidenziano le molteplici componenti e il corso evolutivo della timidezza temperamentale"
In questo lavoro, gli studiosi hanno coinvolto 152 bambini di età compresa tra 7 e 8 anni, reclutati da un database infantile della McMaster University. I piccoli partecipanti sono stati sottoposti a elettrocardiogramma e hanno completato le attivita' con uno sperimentatore in una stanza adiacente al caregiver, che invece ha risposto a un questionario relativo al temperamento dei propri figli
Ai bambini è stato poi chiesto di recitare un discorso di due minuti sul proprio compleanno davanti a una videocamera e a uno specchio. I ricercatori hanno codificato il comportamento, il livello di nervosismo auto-riferito e l'aritmia sinusale respiratoria dei partecipanti quando è stato detto loro che i video sarebbero stati mostrati ai loro coetanei
A distanza di uno e due anni dall'esperimento, sono stati condotti esami di follow-up. "Circa il 10 per cento dei bambini - riporta Poole - ha mostrato una reattività allo stress sociale a livello comportamentale, affettivo e fisiologico. Il 25 per cento dei bambini, invece, ha mostrato un modello di reattività allo stress sociale solo a livello affettivo, riferendo una sensazione di nervosismo associata alla timidezza di stato"
"E' probabile che l'esperienza della timidezza di stato - conclude Poole – sia un'esperienza normativa relativamente comune per i bambini di questa età. Per un gruppo più ristretto di bambini caratterialmente timidi, tuttavia, essere al centro dell'attenzione può essere stressante nel tempo e in vari contesti. Nei prossimi step, saraàinteressante includere campioni più diversificati di partecipanti".