
Candida auris, il fungo killer preoccupa gli esperti negli Usa (e non solo): cosa sappiamo
Negli Stati Uniti le infezioni sono quasi raddoppiate in un anno e i ceppi resistenti stanno diventando sempre più comuni. Nei giorni scorsi anche in Italia, a Pisa, è stato accertato il primo caso del 2023. Secondo l’Iss, siamo davanti a un “emergente tipo di Candida che rappresenta una seria minaccia per la salute globale per diversi motivi”. Dai sintomi al trattamento, ecco cosa c’è da sapere

Cresce l’attenzione intorno alla Candida auris, un fungo che può essere altamente pericoloso per uomini e donne a causa del suo tasso di mortalità e della sua resistenza agli antimicotici. Negli Stati Uniti, avvertono gli esperti, le infezioni sono quasi raddoppiate e i ceppi resistenti stanno diventando sempre più comuni
Candida Auris, i sintomi dell’infezione resistente ai farmaci
Un caso di Candida auris, il primo del 2023, è stato di recente accertato anche in Italia, in Toscana. L’infezione, facilmente trasmissibile, è stata diagnosticata lo scorso 17 marzo a un paziente all’ospedale di Cisanello, a Pisa. Marco Falcone, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive, ha spiegato che l’infezione sarebbe sotto controllo
Candida Auris, fungo isolato per la prima volta in un paziente di Pisa
A lanciare l’allarme sul fingo killer è stata una nuova indagine dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) degli Stati Uniti: è emerso che, dallo scoppio della pandemia, nel Paese c’è stata un’impennata di casi e tra il 2020 e il 2021 il numero è quasi raddoppiato. I Cdc hanno definito l’infezione “una serie minaccia per la salute globale”. Il nuovo studio ha anche rivelato che i ceppi di Candida auris resistenti ai farmaci stanno diventando sempre più comuni
Candida Auris, la diffusione può essere attribuita al cambiamento climatico
Seconda la nuova indagine dei CDC, pubblicata sugli Annals of Internal Medicine, negli Usa il numero di casi clinici di Candida auris è aumentato del 44% nel 2019 (passando in un anno da 330 a 476), del 59% nel 2020 (da 476 a 756) e del 95% nel 2021 (da 756 a 1.471). Quindi tra il 2020 e il 2021 è quasi raddoppiato, mentre tra il 2018 e il 2021 è più che triplicato. Inoltre, il numero di casi resistenti alle echinocandine, la classe di farmaci raccomandata per il trattamento di questa infezione, è triplicata nel 2021
La pagina dell'Iss dedicata al fungo
Anche l’Oms ha di recente inserito la Candida auris nel gruppo di funghi a priorità critica, nell’elenco dei patogeni emergenti che rappresentano una minaccia per la salute pubblica. E anche l’European Center for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha sottolineato che, a causa della propensione della specie a causare epidemie e la capacità di diventare resistente a più farmaci antimicotici, Candida auris “rappresenta un rischio per i pazienti nelle strutture sanitarie in Europa”. Ma cosa sappiamo su questo fungo?
Venezia: morto l'uomo contagiato dalla Candida Auris, il fungo killer
Come si legge sul sito dell’Iss, “Candida auris è un fungo isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone dall’orecchio (in latino ‘auris’) di una donna, tuttavia il primo isolato ad oggi noto risale al 1996 identificato retrospettivamente in una raccolta di campioni coreani. I primi focolai europei risalgono al 2015 in Francia mentre in Italia il primo caso di infezione invasiva è stato identificato nel 2019 seguito da un focolaio nelle regioni settentrionali nel biennio 2020-2021”

C. auris, continua l’Istituto superiore di sanità, “è stato isolato da una serie di siti corporei, tra cui la pelle (molto comune), il tratto urogenitale (comune) e il tratto respiratorio (occasionale), e provoca più raramente infezioni invasive, come candidemia, pericardite, infezioni del tratto urinario e polmonite

L’Iss spiega che il fungo è un “emergente tipo di Candida che rappresenta una seria minaccia per la salute globale per diversi motivi”. Uno dei motivi è che è spesso resistente a più farmaci antimicotici tra quelli comunemente utilizzati per trattare le infezioni da Candida (multifarmaco-resistenza). Inoltre è di difficile identificazione nei laboratori che non dispongono di tecnologie specifiche, con conseguente gestione inappropriata. Le persone, poi, possono avere infezioni da C. auris senza saperlo e questa colonizzazione può durare a lungo

L’Iss spiega che può provocare focolai epidemici soprattutto negli ambienti assistenziali sanitari, anche se non si esclude la possibile diffusione in comunità. Inoltre, il fungo è pericoloso perché molto infettivo: in genere, dice l’Iss, le infezioni sono di bassa entità ma nei soggetti con immunocompromissione può causare infezioni gravi. Presenta, poi, un’alta letalità nelle forme invasive e ha la possibilità di creare biofilm, cosa che lo rende poco suscettibile ai disinfettanti e quindi particolarmente resistente sulle superfici

La Candida auris può trasmettersi attraverso il contatto con superfici o dispositivi medici contaminati, oppure attraverso il contatto tra persone colonizzate o infette. Sono più a rischio di contrarre un’infezione da Candida auris i pazienti che: hanno problemi di salute preesistenti, sono ospedalizzati o si trovano in case di cura, necessitano di dispositivi medici invasivi (per esempio cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, tubi per tracheotomia, ecc), hanno un sistema immunitario indebolito

I sintomi variano in base alla parte del corpo interessata. Comunque, potrebbero non essere evidenti perché i pazienti che contraggono l’infezione sono spesso già ospedalizzati e affetti da altre patologie che possono ostacolarne la diagnosi. I quadri clinici più frequentemente riscontrati nelle infezioni da C. auris sono: infezioni del torrente ematico, infezioni intra-addominali, infezioni di ferite, otiti. Inoltre, C. auris è stato isolato da liquido biliare, tratto respiratorio e urina, ma non è ancora chiaro se possa provocare infezioni a polmoni e vescica

Le infezioni da Candida auris sono spesso accompagnate da bruciore, difficoltà a deglutire, dolori muscolari, febbre e affaticamento. Tuttavia, la cute e altre parti del corpo possono essere colonizzate anche in assenza di segni e sintomi. Uno dei sintomi più comuni di infezione invasiva è una febbre che non migliora dopo la terapia antibiotica prescritta per un'infezione batterica

Come altre infezioni da Candida, quelle da C. auris vengono diagnosticate con coltura del sangue o di altri fluidi corporei. Ma può essere confusa con altre specie (in particolare Candida haemulonii), quindi sono necessari particolari test di laboratorio per la corretta identificazione. La maggior parte delle infezioni da C. auris sono trattabili con una classe di antimicotici, le echinocandine. Alcune, però, risultano difficili da trattare a causa della multi-resistenza a diversi agenti antifungini: questo comporta una terapia con più farmaci e a dosi più elevate

Anche dopo il trattamento per le infezioni invasive, i pazienti restano colonizzati per lunghi periodi. L’Iss sottolinea che i pazienti sono a rischio di sviluppare infezioni invasive in ogni momento. Raccomanda, inoltre, di tracciare i contatti stretti per identificare il prima possibile altri soggetti positivi. “Gli sforzi futuri dovrebbero essere diretti alla comprensione dei meccanismi biologici, epidemiologia, resistenza antimicotica e patogenesi con l'obiettivo di sviluppare nuovi strumenti e metodi per la prevenzione, diagnosi e trattamento dalla C. auris”
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