Alzheimer, verso test sulla molecola scoperta da Rita Levi Montalcini

Salute e Benessere
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Potrebbero partire fra alcuni mesi in Italia i primi test del cosiddetto "Ngf senza dolore", la molecola scoperta dal Nobel, modificata in modo che non stimoli i nervi legati alla percezione del dolore. Lo ha riferito il presidente della Fondazione Ebri, Antonino Cattaneo

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Hanno avuto il via libera dal ministero della Salute e potrebbero partire fra alcuni mesi in Italia i primi test del cosiddetto "Ngf senza dolore", la molecola scoperta dal Nobel Rita Levi Montalcini, modificata in modo che non stimoli i nervi legati alla percezione del dolore. "È una delle nuove strade per la terapia della malattia di Alzheimer", ha riferito all'Ansa il presidente della Fondazione Ebri, Antonino Cattaneo - fra i collaboratori più stretti di Levi Montalcini -, facendo il punto sugli ultimi risultati emersi dagli studi aperti del Nobel, a dieci anni dalla sua morte.

Secondo traguardo importante

L'avvio della sperimentazione è il secondo traguardo importante, dopo che nel 2017 l'Ngf era diventato la base di un collirio per la cura delle dermatiti neurotrofiche dell'occhio. "Immagino Rita Levi Montalcini sorridente nel pensare che la sua molecola era diventata un farmaco", ha riferito Cattaneo.
"La molecola meravigliosa", come la aveva definita Rita Levi Montalcini sarà presto oggetto di due sperimentazioni.
Il primo test prevede la somministrazione della molecola per via nasale. Il secondo (di fase 1), che potrebbe essere avviato tra alcune settimane, è invece diretto alla terapia di alcune malattie neurodegenerative della retina. Come ha sottolineato il presidente della Fondazione Ebri, si stanno aprendo sviluppi interessanti anche per gli effetti dell'Ngf su alcune cellule del sistema immunitario: "Negli ultimi dieci anni lo hanno dimostrato in modo molto preciso molte ricerche, condotte anche all'Ebri", l'Istituto europeo per le ricerche sul cervello fondato da Rita Levi Montalcini. "Si è scoperto, per esempio, che fra le cellule bersaglio dell'Ngf ci sono quelle della microglia, che svolgono un ruolo protettivo e anti-infiammatorio", ha aggiunto, sottolineando che questo risultato potrebbe essere importante per la terapia dell'Alzheimer perchè l'Ngf potrebbe fornire una protezione alle cellule nervose colpite dalla malattia.

Altre sfide

Tra le prossime sfide, come riferito da Cattaneo, i ricercatori cercheranno di capire come si sviluppa il cervello e che cosa sia la coscienza. Nel primo caso un grande aiuto potrà arrivare dall'utilizzo di cervelli in miniatura coltivati in laboratorio, i cosiddetti organoidi. Per la seconda sfida, invece, si intende combinare tecniche come elettroencefalogramma e stimolazione magnetica transcranica per riuscire a rilevare i segnali caratteristici della coscienza in chi dorme o in chi è in coma o in stato vegetativo. "Esplorare la coscienza è una sfida della ricerca che tocca la natura stessa dell'uomo e della mente", ha concluso  Cattaneo.

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