Caso Citrobacter, mamma neonata colpita: "Danni gravissimi. Benedetta segnata per sempre"

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Secondo gli esperti, incaricati di far luce sulle eventuali responsabilità, se l’ospedale non avesse compiuto una serie di omissioni, "i casi di contagio di aprile, maggio e giugno 2020 non si sarebbero verificati"

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Emergono nuovi dettagli dallo scandalo Citrobacter, il micidiale batterio killer che al punto nascite di Borgo Trento a Verona, tra il 2018 e il 2020, uccise 4 neonati colpendone 96. Alcuni dei piccoli, tra cui Benedetta, riportarono in maniera irreversibile danni di vario tipo: secondo le recenti conclusioni presentate dai superperiti della Procura scaligera, se l’ospedale fosse intervenuto in maniera tempestiva ed efficace, la neonata - insieme agli altri bimbi - avrebbe potuto salvarsi. Gli esperti, incaricati di far luce sulle eventuali responsabilità, hanno terminato le 384 pagine di maxi perizia scrivendo che, come riporta il Corriere, se l’ospedale non avesse compiuto una serie di omissioni, "i casi di contagio di aprile, maggio e giugno 2020 non si sarebbero verificati, si sarebbe potuto evitare la morte della piccola Alice C., mentre Maria C. e Davide D.S. non sarebbero stati colonizzati". Inoltre, "si sarebbero potute evitare le lesioni personali riportate dalla piccola Benedetta Gennaro".

Le parole dei genitori di Benedetta

 

Il prossimo 22 dicembre 2022, ricordano Alex e Sara, genitori di Benedetta, saranno trascorsi due anni e 8 mesi dalla nascita della loro bambina. "Per colpa del Citrobacter che l’ha colpita al punto nascite di Borgo Trento a Verona, la nostra Benedetta ha riportato danni permanenti di tipo motorio e cognitivo. Ci hanno detto che difficilmente potrà camminare", ha affermato la mamma Sara. "Mia moglie Sara aveva avuto una gravidanza difficile, ci avevano assicurato che il punto nascite di Borgo Trento era il migliore del Veneto. Non volevamo correre rischi. Era un open space con circa quattordici neonati ricoverati, soltanto dai giornali abbiano saputo in seguito che due bimbi erano positivi al Citrobacter. Abbiamo notato che gli infermieri e il personale indossavano il camice quando andavano da quei due bimbi con il Citrobacter ma quando venivano da Benedetta e dagli altri piccoli non indossavano protezioni. Una decina di giorni dopo i medici ci hanno comunicato che nostra figlia aveva contratto un’infezione, poi dopo gli esami hanno detto che si trattava di Citrobacter". Alex ricorda che Benedetta era prematura ma sana, tuttavia, "dal contatto con quel maledetto batterio avrà una vita segnata per sempre". 

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Che cos'è il Citrobacter koseri

Dov’è la giustizia?

 

Non è facile darsi pace dopo quanto successo. Ancora più difficile è accettare i fatti dopo quando emerso dalle indagini della Procura. "Mia moglie è rimasta ricoverata lì un mese, se ci avessero informati che c’era questo problema del Citrobacter avremmo avuto tutto il tempo per trasferirla in un altro ospedale e farla partorire in tutta sicurezza proteggendo la nostra bimba da qualsiasi rischio. Invece ci hanno tenuto all’oscuro della situazione, nascondendoci ciò che stava succedendo. Abbiamo saputo tutto in ritardo e quando ormai le condizioni di nostra figlia erano compromesse e lei era già stata contagiata. Per questo abbiamo presentato un esposto alla Procura, per avere giustizia e per far emergere i nomi dei colpevoli". Tuttavia, nonostante le conclusioni divulgate dalla Procura, secondo le quali Benedetta avrebbe potuto salvarsi, la giustizia non è sufficiente. Conclude il papà Alex: "Per noi è la conferma che avevamo ragione a chiedere giustizia, però secondo me non basta. Resto convinto che anche i neonati colpiti dal Citrobacter prima del 2020 avrebbero potuto essere salvati se da parte dell’ospedale si fosse agito in maniera più rapida, più trasparente e più adeguata. Invece sono intervenuti quando ormai la situazione era esplosa in tutta la sua gravità ed era anche uscita sui giornali.. Ma era tardi, troppo tardi, troppi bimbi erano già stati infettati".

Cos’è il Citrobacter

 

Il Citrobacter koseri è un batterio estremamente raro che è riuscito a insinuarsi nel Reparto di terapia intensiva Neonatale, TIN, dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona. I Citrobacter appartengono alla famiglia delle Enterobacteriaceae, la stessa di batteri come salmonellaklebsiella ed escherichia. Come i suoi parenti, è un batterio ancora poco conosciuto, ed è stato isolato per la prima volta nel 1932. Si possono trovare nei suoli, nelle acque e nei cibi contaminati e sono responsabili di infezioni, soprattutto nei bambini e negli adulti immunodepressi.  Nella maggior parte dei casi il batterio colpisce le vie urinarie, ma può provocare danni molto più gravi: sepsi, meningite e danni al sistema nervoso centrale, come accaduto ai neonati della TIN di Verona.

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