Ecdc, batteri resistenti: Italia seconda in Ue per morti

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"Sono necessari ulteriori sforzi per continuare a ridurre l'uso non necessario di antimicrobici e migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni", ha affermato Andrea Ammon, direttore dell’Ecdc

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Secondo il nuovo rapporto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), Italia, Grecia e Romania sono stati i Paesi europei con più decessi attribuibili a batteri resistenti agli antibiotici tra il 2016 e il 2020. Mentre la resistenza agli antibiotici fa circa 35mila morti ogni anno in Europa, nel periodo considerato dall’Ecdc, i morti da infezioni resistenti sono stati 19 ogni 100mila abitanti in Italia, 20 ogni 100mila abitanti in Grecia, e 13 ogni 100mila in Romania. I numeri sarebbero in aumento. 

I numeri in chiaro

 

Nei tre Paesi presi in esame, inoltre, anche il carico complessivo di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è stato stimato essere il più alto. Così come, negli stessi, sono stimati essere di più gli anni persi a causa dei batteri antibiotico-resistenti. In generale, nei 30 Paesi dello Spazio economico europeo, nel 2016-2020, c’è stata una tendenza all'aumento di patologie legate a batteri resistenti: una crescita registrata sia nel numero stimato di infezioni, che nei decessi attribuibili alla resistenza agli antibiotici. Ad aver causato il maggior numero di malattie è stata l’Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione: seguono lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, e la Klebsiella pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione.

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Le parole del direttore

 

"Vediamo un aumento preoccupante del numero di decessi attribuibili alle infezioni da batteri resistenti agli antimicrobici, in particolare quelli che sono resistenti al trattamento antimicrobico di ultima linea. Ogni giorno, quasi 100 persone muoiono a causa di queste infezioni nell'UE/SEE. Sono necessari ulteriori sforzi per continuare a ridurre l'uso non necessario di antimicrobici, migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, progettare e attuare programmi di gestione antimicrobica e garantire un'adeguata capacità microbiologica a livello nazionale", ha affermato Andrea Ammon, direttore dell’Ecdc. In vista della Settimana Mondiale dell’Antibiotico, che ricorre dal 18 al 24 novembre, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha rilanciato online la campagna globale "Prevenire insieme la resistenza antimicrobica". I dati dell’Oms hanno evidenziano che la resistenza antimicrobica causa la morte di un milione e 270mila persone in un anno.

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