Epatite Delta, in Italia 15mila casi: nuovo documento per combatterla

Salute e Benessere
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La Società italiana di malattie infettive e tropicali e l'Associazione italiana per lo studio del fegato (Aisf) hanno redatto un documento congiunto per migliorare la diagnosi e la gestione del paziente con Epatite Delta

 

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Si stima che nel mondo siano 10-20 milioni le persone con Epatite Delta (Hdv), considerata la più grave forma di epatite virale esistente. 15mila in Italia. Circa il 10% di tutti coloro che sono affetti dall'Epatite B (Hbv) hanno anche quella Delta, ma meno di un paziente su due con Hbv è testato per la Delta. Sono alcuni dei numeri forniti dalla Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e dall'Associazione italiana per lo studio del fegato (Aisf), che hanno redatto un documento congiunto per migliorare la diagnosi e la gestione del paziente con Hdv. Il lavoro è stato presentato in occasione del XXI Congresso nazionale della Simit, tenutosi a Roma.

Simit-Aisf: come migliorare la diagnosi

Nel documento sono presenti alcuni punti chiave per la prevenzione e il trattamento di questa malattia. "Vi sono indicazioni necessarie per favorire la diagnosi dell'epatite Delta, identificando i test raccomandati; affronta la stratificazione della severità della malattia attraverso metodi non invasivi; infine spiega come trattare il malato", ha spiegato Claudio Mastroianni, presidente Simit, sottolineando che lo strumento ha anche un risvolto politico-amministrativo: "Si chiede che i pazienti affetti da Epatite Delta siano seguiti da centri epatologici altamente specializzati, quali quelli ad oggi identificati per il trattamento dell'Epatite C, e in stretto contatto con centri di trapianto di fegato nel caso in cui la progressione della malattia debba portare a questa strategia".

Strumenti terapeutici limitati

"L'idea alla base di questo lavoro congiunto è quella di costruire un punto di riferimento che si aggiorni continuamente, attraverso le novità della ricerca e con le innovazioni nelle molecole disponibili", ha aggiunto Alessio Aghemo, segretario Aisf. L'Epatite Delta, infatti, ha spiegato, "non solo è la forma più grave di epatite virale esistente, con capacità di provocare cirrosi ed epatocarcinoma con tassi molto più elevati rispetto alle altre epatiti, ma è soprattutto una patologia contro cui gli strumenti terapeutici sono limitati". Aghemo ha poi annunciato che a breve dovrebbe essere introdotto in Italia, rimborsato da Aifa, un nuovo farmaco, "bulevirtide, che permetterà di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con Epatite Delta, permettendo di trattare anche senza interferone pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia".

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