Istat, 5 milioni di italiani in meno nel 2050

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Martedì 15 novembre la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi di persone, un record senza precedenti. L’Italia, però, continua a viaggiare in controtendenza. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2050 gli italiani potrebbero essere 5 milioni in meno

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Martedì 15 novembre la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi di persone, un record senza precedenti. Tuttavia, in questa celebrazione generale, l’Italia continua a viaggiare in controtendenza. Infatti, secondo gli ultimi dati Istat, nel 2050 gli italiani potrebbero essere 5 milioni in meno, di cui 2 milioni sarebbero solo i giovani. Le previsioni indicano che le nascite annue, per quella data, potrebbero scendere a 298mila unità. Sale invece l’età in cui si diventa madri per la prima volta, segnale che l’Italia, forse, non è un Paese per giovani. 

I dati Istat

 

In un’intervista al Sole 24 Ore Eugenia Roccella, nuova ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, ha annunciato l'intenzione di promuovere un 'Piano strategico per la natalità'. Nelle intenzioni di Roccella c’è, in legge di Bilancio, la "revisione dell'assegno familiare. Lavorerò per rendere il sostegno proporzionale al numero dei figli", ha precisato. Tuttavia, i dati Istat evidenziano "una situazione di tipo drammatico". Infatti, seguendo il trend rilevato, al 2050 solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, cosa che porterebbe un 52% di persone tra i 20 e i 66 anni a provvedere sia alla formazione e alla cura delle persone sotto i venti anni (16%), che alla produzione di risorse per mantenere e assistere i pensionati (32%). Ad oggi, i 339mila nati, sono la più bassa natalità della storia. Seguendo la statistica, nel 2050 le persone con 90 anni saranno 1 milione e 700mila, mentre gli ultracentenari 80mila. Questa è la strada che si delinea se non dovesse esserci un cambio di rotta.

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Mamme sempre più tardi

 

Secondo i dati del ministero della Salute, invece, in Italia si diventa madri sempre più tardi. Le donne partorirebbero dopo i 30 anni, in media verso i 33. Tuttavia permangono notevoli differenze territoriali: le regioni del Centro, ad esempio, presentano un tasso di natalità con valori inferiori alla media nazionale. Va meglio al Sud, dove Campania, Calabria e Sicilia presentano, a differenza, i dati più alti. In calo anche la fecondità e la mortalità infantile. 

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