Covid Cina, lockdown a Guangzhou: proteste e scontri con la polizia

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Nell’area vivono molti lavoratori migranti in condizioni di povertà, che già da qualche giorno avevano iniziato a far sentire la propria voce contro la politica zero Covid

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Nuove tensioni in Cina, causate ancora una volta dalla politica zero Covid imposta dal governo per ridurre il più possibile il numero dei contagi. Nella notte di lunedì 14 novembre, una folla di persone ha infranto il lockdown in vigore nella metropoli industriale di Guangzhou, nell’ambito di una protesta organizzata proprio per denunciare le misure di contenimento prese dalle autorità. Secondo quanto riportato, la manifestazione avrebbe causato violenti scontri con le forze dell’ordine. Nei video diffusi sui social media, infatti, si notano agenti in tenuta antisommossa e veicoli della polizia ribaltati nella capitale del distretto di Haizhu. In quest’area vivono molti lavoratori migranti in condizioni di povertà, che già da qualche giorno avevano iniziato a far sentire la propria voce contro la politica zero Covid, ormai da mesi fonte di disagi e difficoltà economiche. Molti di loro si sono lamentati per l’assenza di una retribuzione durante i lockdown, i prezzi sempre più elevati e la carenza di cibo.

Covid, crescono i contagi in Cina

 

In Cina la situazione legata alla pandemia è peggiorata negli ultimi giorni. Lunedì si sono sfiorati i 18mila nuovi casi locali, tra cui 5.124 a Guangzhou e 462 a Pechino. Era da aprile che i numeri non erano così elevati. Di fronte a queste cifre, i governi locali stanno facendo il possibile per portare avanti la politica zero Covid senza danneggiare in modo eccessivo le loro economie.

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L’allentamento di alcune regole

 

Solo pochi giorni fa la Cina ha annunciato l’allentamento di alcune delle restrizioni più severe imposte dalla sua politica zero Covid. Per esempio, la quarantena all’arrivo nel Paese sarà ridotta da dieci a otto giorni. Inoltre verrà abolito l’obbligo di identificazione e isolamento per “contatti secondari”. Scendendo più nello specifico, i viaggiatori dovranno trascorrere cinque giorni in un hotel o in una struttura di quarantena governativa, seguiti da altri tre giorni di isolamento in casa.

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