Siamo bravi o ci crediamo tali? La difficoltà ha origine nel cervello. Lo studio

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Secondo uno studio dell’Università di Bologna, ci sarebbe una dissociazione a livello cerebrale tra due circuiti neurali distinti, uno importante per l'acquisizione di competenze, e uno responsabile della consapevolezza delle proprie abilità

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Quante volte ci siamo chiesti se siamo bravi, o meno, in un determinato ambito? Capita spesso di non essere in grado di valutare oggettivamente le nostre competenze. Il motivo? Secondo uno studio dell’Università di Bologna, ci sarebbe una dissociazione a livello cerebrale tra due circuiti neurali distinti, uno importante per l'acquisizione di competenze, e uno responsabile della consapevolezza delle proprie abilità. Pubblicato sulla rivista PLOS Biology, lo studio è stato condotto da Paolo Di Luzio, Luca Tarasi, Alessio Avenanti e Vincenzo Romei dell'Università di Bologna, Campus di Cesena.

Cosa dice lo studio

 

Per dimostrare che questa ‘difficoltà’ ha origine nel cervello, i ricercatori hanno utilizzato una serie di tecniche di neurostimolazione non invasiva, coinvolgendo 51 persone. Partendo da un insieme di punti in movimento mostrati su uno schermo, i partecipanti dovevano prima distinguere se questi si muovessero nella stessa maniera verso destra, o verso sinistra, e poi valutare l’esattezza delle risposte date. "L'esperimento ci ha permesso di confermare che la stimolazione non invasiva di un circuito neurale che avevamo già individuato in un precedente lavoro, aumenta la capacità che i soggetti hanno di riconoscere accuratamente la direzione di stimoli in movimento", ha spiegato Avenanti. Diversamente, la stimolazione di un secondo circuito diverso dal primo, aumentava il livello di consapevolezza che i partecipanti avevano rispetto i risultati ottenuti. Questo nonostante le capacità di svolgere correttamente il compito richiesto non migliorassero. "Abbiamo visto che la stimolazione del secondo network, quello tra l'area parietale e l'area V1, migliora la consapevolezza che i partecipanti hanno della propria performance, senza modificare i risultati della prestazione in sé. Invece, la stimolazione del primo network (V5-V1) non migliora il livello di consapevolezza soggettiva della propria performance, pur migliorando oggettivamente i risultati finali", ha concluso Avenanti. 

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Conclusioni


"Lo studio mette in evidenza per la prima volta come l'acquisizione di competenze da un lato, e la consapevolezza delle proprie abilità dall’altro, nascano da due circuiti neurali che non si parlano tra loro. Questo potrebbe spiegare perché non sempre competenza e consapevolezza vanno di pari passo", ha spiegato Di Luzio, primo autore dello studio. Nel cervello, in pratica, ci sarebbero due network cerebrali separati: uno, il primo, responsabile delle nostre capacità 'obiettive', e un secondo responsabile delle nostre capacità 'soggettive', ha sottolineato Romei, coordinatore della ricerca. 

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