Vaiolo scimmie, contagio da uomo a cane: primo caso sospetto a Parigi

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Si tratta di un levriero italiano di 4 anni che ha manifestato le tipiche lesioni cutanee e mucose della malattia a 12 giorni di distanza dai suoi due padroni. È quanto riportato dalla rivista The Lancet. La dinamica del contagio è ancora da chiarire

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Il virus del vaiolo delle scimmie potrebbe essere trasmesso dall'uomo al cane. Sulla rivista The Lancet è stato descritto il primo caso sospetto al mondo, documentato a Parigi. Si tratta di un levriero italiano di 4 anni che ha manifestato le tipiche lesioni cutanee e mucose della malattia a 12 giorni di distanza dai suoi due padroni, una coppia di uomini conviventi. Un test Pcr ha stabilito che anche il cane era infetto. Come spiegato dai ricercatori dell'Università Sorbona sulla rivista scientifica, dal confronto tra i tamponi sembra che si tratti dello stesso genoma virale. Tuttavia, la dinamica del contagio è ancora da chiarire e da confermare.

Gli animali domestici non sono vettori di contagio

In attesa di ulteriori indagini, i ricercatori consigliano di proteggere gli animali da compagnia allontanandoli temporaneamente dalle persone infette. Al momento, inoltre, non esiste alcuna evidenza scientifica che gli animali domestici possano essere vettori del virus del vaiolo delle scimmie. "Nei paesi endemici solo gli animali selvatici (roditori e primati) sono portatori del virus. Tuttavia, la trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie in cani della prateria è stata descritta negli Stati Uniti e nei primati in cattività in Europa che sono stati in contatto con animali infetti importati. Mentre un'infezione negli animali domestici, come cani e gatti, non era mai stata segnalata", hanno riferito i ricercatori sulla rivista. Si tratta dunque della prima descrizione al mondo di un possibile caso di trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie dall'uomo ai cani.

Il caso nel dettaglio

Come spiegato dai ricercatori, il contagio sembra essere partito dai due proprietari del cane, ovvero un uomo di 44 anni con Hiv e in terapia con antiretrovirali e un altro uomo di 27 anni sieronegativo. La coppia si è presentata lo scorso 10 giugno all'ospedale de la Pitié-Salpetrière con febbre, mal di testa e lesioni a cute e mucose tipiche del vaiolo delle scimmie, comparse alcuni giorni dopo rapporti sessuali con altri partner. 12 giorni dopo l'esordio dei sintomi anche il loro cane, senza precedenti disturbi medici, ha iniziato a manifestare lesioni. Dopo aver escluso la possibilità che fosse entrato in contatto con altri animali o persone infette, è stato sottoposto al tampone, a cui è risultato positivo. I ricercatori ipotizzano "una vera malattia del cane, non una semplice presenza del virus dovuta al contatto stretto con gli umani o alla trasmissione per via aerea". "I nostri risultati dovrebbero stimolare il dibattito sulla necessità di isolare gli animali domestici dagli individui positivi al virus del vaiolo delle scimmie", hanno concluso.

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