
Poliomielite riscontrata a Londra e New York. Dai sintomi ai vaccini: cosa sapere
L'infezione è stata rilevata su un ragazzo negli Usa, nove anni dopo l'ultimo caso accertato. Alcune tracce sono state trovate anche nelle acque di scolo della Capitale inglese. Inizialmente la poliomielite, causata dal poliovirus, si manifesta con spossatezza, febbre e dolori. Intaccando il sistema nervoso può però portare alla paralisi, anche irreversebile. Esistono due tipi di vaccini contro la malattia: l'IPV, intramuscolo, e l'OPV, di tipo orale

Oltre 40 anni dopo l’ultimo caso domestico e a nove anni dall’ultimo caso importato, negli Stati Uniti è stata riscontrata la presenza della poliomielite, diagnosticata a un ragazzo della contea di Rockland, New York. A fine giugno, le autorità britanniche ne avevano segnalato un potenziale focolaio a Londra, dopo che erano stati scoperti alcuni campioni positivi nelle acque di scolo della città. Nel Regno Unito la poliomielite era stata dichiarata eradicata nel 2003
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CHE COS’È LA POLIOMIELITE – La poliomielite, spiega l’Organizzazione mondiale della Sanità, è “una malattia altamente infettiva” causata dalle tre forme esistenti di poliovirus, che intaccano il sistema nervoso. Non esiste alcuna cura specifica (in foto, i danni della poliomielite sul midollo spinale cervicale)
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Il poliovirus si trasmette da persona a persona e si sviluppa principalmente attraverso tre vie: quella fecale-orale, tramite l’ingestione di elementi come acqua e cibi contaminati e tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani
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I SINTOMI – L’infezione, nel suo stadio iniziale, causa sintomi come febbre, spossatezza, vomito, mal di testa e rigidità e dolori di collo e arti
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In alcuni casi, come è successo al giovane infetto nello Stato di New York, può portare alla paralisi, solitamente delle gambe. In un caso su 200, spiega sempre l’Oms, c’è il rischio che il blocco sia irreversibile. Una percentuale compresa tra il 5 e il 10% dei soggetti infetti muore per il collasso dei muscoli respiratori
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La popolazione più esposta alla poliomielite è quella di età inferiore ai cinque anni, ma nessuna fascia d’età può dirsi esente dal rischio di contrarla, almeno tra chi non è vaccinato

IL VACCINO – Se non esistono cure a posteriori, i programmi di prevenzione dei decenni scorsi hanno avuto buoni risultati. Esistono infatti vaccini efficaci, anche se sono da somministrare più di una volta prima di diventarlo del tutto

Sono due i tipi di vaccini contro la poliomielite, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità: quello “inattivato” sviluppato da Jonas Salk (IPV) - da somministrare con iniezione intramuscolo - e quello “vivo attenuato” sviluppato da Albert Sabin (OPV), da somministrare per via orale. Non tutti sono ancora utilizzati ovunque. Negli Stati Uniti, ad esempio, dal 2000 è concesso solo quello IPV

Nel 1988 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato un piano per eradicare la poliomielite dal mondo

Si è passati dai 350mila casi riscontrati in oltre 125 Paesi nel 1988 ai 6 rilevati durante tutto il 2021. Nel 2021 l'Oms ha presentato la “Polio Eradication Strategy 2022-2026”, piano per rafforzare le tecniche di eradicazione della poliomielite nel mondo