
Ipotesi riduzione isolamento positivi, per quanto tempo si è contagiosi? Gli studi
Mentre in Italia si discute sull’opportunità o meno di modificare le norme a riguardo, alcuni studi indicano come le persone contagiate potrebbero infettarne altre anche “nella seconda settimana dopo i primi sintomi”. Ecco cosa dicono le ricerche
Per quanto tempo le persone positive al Covid-19 sono contagiose? La domanda è tornata alla ribalta negli ultimi giorni in Italia, dove ci si interroga e si discute dell'opportunità di ridurre l'isolamento per i positivi. Secondo un’analisi della rivista Nature, “molte persone con Covid rimangono infettive anche nella seconda settimana dopo i primi sintomi”. Uno studio Usa sottolinea come “molte persone potrebbero essere ancora contagiose otto giorni dopo” aver contratto il virus con la variante Omicron
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Secondo alcuni esperti il virus sembrerebbe trasmissibile per più tempo rispetto a quanto, per esempio, indicato negli Stati Uniti dal Cdc, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, che ha dimezzato il tempo di isolamento a 5 giorni
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Una scelta che molti scienziati hanno contestato, sostenendo che sia “la politica a guidare tali valutazioni, piuttosto che nuovi dati”
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“Non ci sono dati per supportare 5 giorni o qualcosa di inferiore a 10 giorni”, ha dichiarato Amy Barczak, specialista in malattie infettive del Massachusetts General Hospital di Boston e autrice della ricerca che ha valutato la durata della contagiosità dei positivi alla variante Omicron di Sars-CoV-2
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La valutazione sui giorni è comunque complessa: "Se una persona sia contagiosa o meno, in realtà dipende da un gioco di numeri, è una probabilità", ha dichiarato Benjamin Meyer, virologo dell'Università di Ginevra in Svizzera
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Secondo Meyer incidono varianti emergenti, vaccinazioni, livelli variabili di immunità naturale da infezione precedente, ma anche fattori comportamentali: per esempio è più probabile che persone che non si sentano bene si mescolino con più difficoltà ad altre
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Alcuni studiosi ritengono che il Pcr possa talora restituire risultati positivi anche quando la persona non è più infetta al contrario dei test a flusso laterale (antigenici rapidi), che offrirebbero una guida migliore

“Ci sono ancora cose di cui non siamo perfettamente sicuri, ma il messaggio molto conciso sarebbe che, se sei positivo all'antigene, non dovresti uscire e interagire da vicino con persone che non vuoi siano infettate”, sostiene Emily Bruce, microbiologa e genetista molecolare dell'Università del Vermont a Burlington

“È molto insolito che le persone positive rimangano contagiose dopo 10 giorni”, ha dichiarato Barczak

Altri studi utilizzano i livelli di Rna virale misurati dai test Pcr per cercare di capire se una persona è ancora infettiva. Un progetto condotto dal Crick Institute e dall'University College Hospital, a Londra, può attingere ai dati di tamponi effettuati su più di 700 partecipanti, ottenuti dal momento in cui si sono sviluppati i sintomi, e ha evidenziato come molti positivi mantengano una carica virale sufficientemente alta da innescare un'infezione anche "nei giorni da 7 a 10", indipendentemente dal tipo di variante o dal numero di dosi di vaccino ricevute

Secondo Yonatan Grad, infettivologo della Harvard Th Chan School of Public Health di Boston, “10 giorni sono una regola pratica utile per quando non si dovrebbe più essere contagiosi, ma una piccola parte di quelle persone potrebbe ancora esserlo oltre quella soglia”