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Parkinson, incubi negli anziani un possibile preallarme della malattia: lo studio

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Lo ha segnalato uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Birmingham su oltre 3.800 uomini anziani. Adesso, hanno riferito gli esperti, serviranno “ulteriori ricerche in quest'area, per comprendere se i cambiamenti nei sogni in età avanzata, senza alcun evidente fattore scatenante, possa rappresentare un indizio che dovrebbe indurre a consultare un medico”

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Fare frequentemente brutti sogni, in età avanzata, potrebbe rappresentare un allarme precoce di una futura diagnosi di morbo di Parkinson, malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio. Lo ha segnalato una ricerca condotta dagli studiosi dell'Università di Birmingham, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “EClinicalMedicine”.

L’analisi su oltre 3.800 uomini anziani

Lo studio, in particolare, ha messo a confronto oltre 3.800 uomini anziani che avevano una vita indipendente e sottolineato come, tra quelli che facevano brutti sogni regolarmente, le probabilità di ricevere in futuro una diagnosi di Parkinson potevano risultare molto più altre rispetto agli altri. Scoprendo, poi, che tra questi pazienti la maggior parte delle diagnosi è avvenuta nei primi cinque anni dall’inizio dello studio. I ricercatori, alla fine, hanno spiegato che i partecipanti al lavoro di ricerca con il sonno disturbato, durante il periodo di analisi, sono risultati avere oltre il triplo delle probabilità di sviluppare la malattia.

Il ruolo dei sogni in età avanzata

Secondo gli studiosi, dunque, i risultati ottenuti nell’ambito di questo studio potrebbero suggerire che gli anziani a cui un giorno verrà diagnosticato il Parkinson potrebbero iniziare ad avere incubi e a fare brutti sogni già alcuni anni prima di sviluppare i tratti tipici della malattia Parkinson, tra cui tremori, rigidità e lentezza nei movimenti. Secondo Abidemi Otaiku, prima firma dello studio, sono necessarie adesso “ulteriori ricerche in quest'area, per comprendere se i cambiamenti nei sogni in età avanzata, senza alcun evidente fattore scatenante, possa rappresentare un indizio che dovrebbe indurre a consultare un medico”. In questo senso, il prossimo step previsto dagli stessi ricercatori coinvolti nella ricerca sarà quello di studiare, nello specifico, quali siano le ragioni biologiche alla base dei cambiamenti nei sogni. E, inoltre, in quale modo queste si possano collegare alle malattie neurodegenerative come il Parkinson.

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