I sogni hanno un significato nascosto? Per la scienza la risposta è no

Scienze

I risultati di un recente studio condotto dai ricercatori del Nokia Bell Labs di Cambridge indicano che le esperienze esperienza oniriche non rappresenterebbero altro che una continuazione di ciò che accade nella vita di tutti i giorni

Fin dall’antichità, l’uomo ha sempre cercato di dare un significato ai propri sogni. Da possibili visioni del futuro a collegamenti col mondo degli spiriti, le esperienze oniriche sono state interpretate in molti modi diversi nelle varie culture che si sono succedute nel corso dei secoli. I risultati di una recente ricerca condotta dagli esperti del Nokia Bell Labs di Cambridge potrebbe privare per sempre i sogni dell’aura di mistero che li ha circondati per migliaia di anni. L’articolo pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, infatti, indica che le esperienze oniriche non rappresenterebbero altro che una continuazione di ciò che accade nella vita di tutti i giorni e non conterrebbero significati nascosti in grado di rivelare aspetti reconditi della personalità. 

 

L’ipotesi di continuità

 

Per condurre la loro ricerca, i ricercatori del Nokia Bell Labs hanno sviluppato uno strumento in grado di analizzare e quantificare i sogni in automatico, basato su una tecnica di elaborazione del linguaggio naturale. “Si tratta dell’ipotesi di continuità, secondo la quale i sogni riflettono ciò che sperimentiamo durante le attività quotidiane”, spiega Alessandro Fogli, uno degli autori dello studio. “In questo senso potrebbe essere possibile sviluppare uno strumento in grado di valutare le condizioni di salute mentale dei pazienti in base al monitoraggio della fase di sonno”, aggiunge il ricercatore. 

 

Dreamcatcher

 

Utilizzando il nuovo strumento, chiamato Dreamcatcher, il team ha studiato oltre 20mila racconti di sogni, considerando un campione variegato in cui erano presenti, per esempio, un artista, una ragazza non vedente, una studentessa, un veterano di guerra e un uomo d’affari. “Lo studio dei sogni è da sempre un argomento particolarmente affascinante per l’umanità”, spiega Luca Maria Aiello, coautore dello studio e collega di Fogli. “Per rendersene conto, basta pensare ad Artemidoro, che nel II secolo d.C. aveva redatto un volume per interpretare i sogni, o a Sigmund Freud che associava significati specifici a personaggi, oggetti, animali e scenari che apparivano spesso durante la fase del sonno”.

 

Il sistema di codifica di Hall and Van de Castle

 

Per elaborare lo strumento Dreamcatcher, i ricercatori si sono basati sul sistema di codifica di Hall and Van de Castle, che considera il sogno come un insieme di personaggi in cui vati attori interagiscono tra loro e si trovano in scenari e ambienti diversi. “Il nostro strumento consente di elaborare automaticamente il linguaggio che descrive i sogni, identificando e distinguendo i nomi per identificare persone, animali, personaggi di fantasia o verbi. In questo modo vengono classificate le interazioni che si verificano nell’esperienza onirica come amichevoli o aggressive”, spiegano gli autori dello studio. Sulla base dei risultati ottenuti, in futuro potrebbero essere realizzate delle tecnologie in grado di colmare l’attuale divario esistente tra la vita reale e il sogno. “Estraendo rapporti manuali grazie ad algoritmi in cui ponevamo al centro le emozioni abbiamo progettato uno strumento in grado di classificare, quantificare e monitorare in automatico le descrizioni dei sogni, rendendo operativa la scala di analisi di Hall e Van de Castle”, commenta Fogli. 

 

I possibili utilizzi di Dreamcatcher

 

Il team del Nokia Bell Labs di Cambridge ritiene che Dreamcatcher potrebbe aiutare le persone a identificare gli stati emotivi latenti e ad affrontare nella vita reale i problemi individuati all’interno dei sogni. “I nostri risultati sembrano supportare l’ipotesi della continuità”, spiega Daniele Quercia, terza firma dello studio. “È interessante sottolineare che le persone non vedenti tendevano a sognare paesaggi immaginari e scenari di fantasia. Il prossimo passo sarà integrare lo strumento con un’applicazione che gli utenti potranno utilizzare per registrare i propri sogni”, conclude il ricercatore.

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