Lo hanno rilevato le stime degli esperti del Centro Nazionale Sangue, in merito all’analisi dei dati consolidati delle attività del 2021 e da quelli preliminari del 2022, diffusi in vista del 14 giugno, giorno in cui verrà celebrato il World Blood Donor Day, la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue
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In Italia la raccolta di sangue e di plasma sta subendo ancora l'effetto legato alla pandemia di Covid-19, e se il trend non verrà invertito, è possibile che i mesi estivi saranno caratterizzati da importanti carenze. E’ quanto sottolineato dai dati consolidati delle attività del 2021 e da quelli preliminari del 2022 elaborati dal Centro Nazionale Sangue (Cns) in vista del 14 giugno, quando verrà celebrato il World Blood Donor Day, la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue.
Alcuni dati emersi
Secondo quanto raccolto dagli esperti del Cns e rispetto al 2021 i donatori di sangue e plasma nel nostro Paese sono stati 1.653.268. Si tratta di un dato che attesta una ripresa rispetto al 2020, ma ancora inferiore rispetto al periodo pre-pandemico, con -1,8% rispetto al 2019. A conferma, ha spiegato il Cns, di una leggera tendenza al ribasso che perdura ormai da una decina di anni. Facendo un paragone con il 2012, ad esempio, il numero dei donatori italiani è calato di circa il 5% e sebbene, nei cinque anni precedenti alla pandemia, questo dato era rimasto piuttosto stabile, la diffusione del coronavirus ha colpito in maniera evidente il sistema trasfusionale nazionale. Con i numeri relativi a questa prima parte del 2022 che, secondo gli esperti, non farebbero ben sperare. Infatti, dopo i primi due mesi dell'anno in cui è stato registrato un netto calo della raccolta del sangue, in concomitanza con l'ondata dei casi Covid legati alla variante Omicron, i dati relativi al mese di aprile hanno evidenziato, specie considerando la raccolta di plasma, un nuovo calo che, secondo le stime, potrebbe condurre con buona probabilità ad un inizio anticipato della carenza di sangue che, di solito, si registra in estate, quando il numero dei donatori diminuisce. Nonostante queste difficoltà, comunque, ha rilevato il Cns, l'autosufficienza relativa alla raccolta di globuli rossi è stata raggiunta e garantita. Non lo stesso obiettivo raggiunto considerando, invece, la raccolta di plasma. Anche nel 2022, infatti, per arrivare a soddisfare il fabbisogno nazionale di medicinali plasmaderivati, è stato necessario rivolgersi al mercato internazionale, contraddistinto dal rincaro dei prezzi a causa delle difficoltà evidenziate nella raccolta anche negli Stati Uniti, principale protagonista del settore.
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Le criticità legate alla donazione del sangue
Nonostante la generosità dei donatori italiani nel 2021, ha sottolineato ancora il Cns, i numeri rilevati segnalano un altro dato, quello cioè relativo al progressivo invecchiamento della popolazione di chi dona, a cui non fa seguito un adeguato ricambio generazionale. Nell'ultimo decennio, ad esempio, la fascia d’età dai 18 ai 45 anni è passata da 1.089.510 donatori del 2012 (63% del totale) ai 866.112 (52%) del 2021. Dato ancora più preoccupante, sempre per questa fetta di persone, è quello relativo ai nuovi donatori del 2021 che fotografa un decremento del 24% nel decennio. Tra le criticità emerse, infatti, proprio quella del numero delle persone che nel corso dello scorso anno hanno donato il sangue per la prima volta o lo hanno fatto dopo oltre due anni dall'ultima donazione. Questi sono stati, in totale, 267.949, dato in aumento rispetto al 2020, ma in deciso calo considerando l'andamento degli ultimi dieci anni. Come riferito da Vincenzo De Angelis, direttore del Cns, “dopo due anni e mezzo di pandemia il conto da pagare è ancora salato. Bisogna ringraziare i donatori che con la loro generosità garantiscono il funzionamento di un sistema basato sui criteri di una donazione sicura, volontaria, anonima, periodica e non remunerata”, ha detto. Ma il Covid-19 però, “anche con le sue varianti meno aggressive, ha inciso enormemente in questi primi mesi dell'anno e i suoi effetti aggraveranno le consuete carenze che si registrano ogni estate”, ha aggiunto. Da qui, quindi, la probabilità che, “a meno di un imprevedibile cambio di tendenza, nei mesi di luglio e agosto andremo incontro a delle difficoltà che non si risolveranno, come spesso accade, grazie alla disponibilità di quelle Regioni che hanno scorte eccedenti rispetto alla domanda di sangue e ‘compensano’ le Regioni in affanno. Non sarà quindi una sorpresa se il sangue disponibile servirà a garantire le terapie salvavita a pazienti affetti da malattie rare, come i talassemici, mentre gli interventi chirurgici non urgenti dovranno essere rimandati”, ha spiegato ancora. Secondo Gianpietro Briola, presidente di Avis, “l'andamento degli ultimi mesi ci pone di fronte a numerose sfide che possiamo e dobbiamo affrontare assieme. Tra queste, il raggiungimento dei livelli pre-pandemia e l'incremento dell'indice di donazione individuale, fermo all'1,6%. Basta poco per compiere questo gesto di generosità almeno 2 volte l'anno, possibilmente alternando sangue e plasma così da incrementare la frequenza delle proprie donazioni e rispondere meglio alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale”, ha detto.