Vaiolo delle scimmie, festival estivi possibili “super diffusori”: la tesi dei medici Uk
Salute e BenessereNe ha parlato, al “Daily Mail” il dottor Will Nutland, esperto della London School of Hygiene and Tropical Medicine, che ha riferito la preoccupazione relativa alla diffusione del virus durante manifestazioni estive particolarmente popolate, come i festival musicali estivi. “Sussistono potenziali pericoli che potrebbero aiutare il vaiolo a espandersi ulteriormente, a cominciare dai luoghi dove avvengono contatti sessuali”, ha detto
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In base agli ultimi dati diffusi, relativi al 26 maggio, sono stati 257 i casi confermati, in laboratorio, di vaiolo delle scimmie, con 120 circa giudicati sospetti dalle autorità sanitarie e nessun decesso rilevato. Ma secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per cui comunque la trasmissione all'uomo può essere bloccata, “la situazione si sta evolvendo rapidamente”, anche considerando che, a partire dal 13 maggio scorso, il vaiolo delle scimmie è stato segnalato da 23 Stati membri che non risultano essere endemici per il virus. E, sempre secondo l’Oms, le previsioni indicano che i casi identificati possano “aumentare man mano che la sorveglianza si espande nei Paesi non endemici, nonché in Paesi noti per essere endemici che non hanno segnalato casi di recente”. In quest’ottica, come segnala anche “Il Messaggero”, è stata suggerita una tesi, giunta direttamente dagli epidemiologi inglesi, che hanno voluto segnalare comportamenti e situazioni che potrebbero favorire il contagio. Tra queste situazioni, quelle relative ai festival musicali estivi, di solito molto popolati, che potrebbero diventare appunto eventi super-diffusori del virus.
La tesi di un medico britannico
Il Regno Unito, in particolare, ha confermato di recente oltre 100 casi di vaiolo delle scimmie, con gli esperti della sanità pubblica locale che ritengono che questo dato possa continuare ad aumentare. In un’intervista concessa al “Daily Mail”, il dottor Will Nutland, esperto della London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha riferito proprio la preoccupazione relativa alla diffusione del virus durante manifestazioni estive particolarmente popolate, come i festival musicali. “Sussistono potenziali pericoli che potrebbero aiutare il vaiolo a espandersi ulteriormente, a cominciare dai luoghi dove avvengono contatti sessuali”, ha detto. Facendo riferimento, nel corso di un webinar che ha coinvolto la comunità LGBTQ+ sui rischi del vaiolo delle scimmie, al “Mighty Hoopla”, evento di due giorni che si svolgerà nel sud di Londra tra il 3 ed il 4 giugno.
I pareri degli esperti relativi alla trasmissione del virus
Sull’argomento, già con l’inizio del mese di maggio, anche Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Oms, si era detto preoccupato facendo riferimento a “raduni di massa, festival e feste”, tutte situazioni che potrebbero contribuire ad accelerare la trasmissione del virus, con i casi identificati che erano, secondo l’esperto, ricollegabili “ad attività sessuali”. Valutazione questa, sulla quale però sussistono diversi pareri. Massimo Galli, professore di malattie infettive presso l’Università di Milano, aveva parlato a Sky TG24 del vaiolo delle scimmie come di “un virus generalista” che a differenza del vaiolo “si contrae meno facilmente”. In particolare, “con il passaggio di saliva, ma non con lo starnuto con goccioline che vanno fino a due metri”, aveva commentato. Confermando come “un passaggio del virus avvenga tramite contatti più stretti. Si è parlato di rapporto sessuale, ma non dobbiamo pensare a un contatto sessuale genitale o anale: può bastare quello salivare”, aveva specificato l’esperto. Secondo Mateo Prochazka, epidemiologo dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, il vaiolo può diffondersi non solo tramite il contatto fisico ma anche mediante oggetti usati da una persona contagiata, come posate o vestiti.
Nessun indizio circa un’epidemia generalizzata
In generale, comunque, gli esperti restano fiduciosi sul fatto che l’epidemia di vaiolo delle scimmie non crescerà in modo esponenziale, come successo con il Covid-19. E, sempre secondo Galli, quello del vaiolo delle scimmie è “un virus a Dna che ha modalità di diffusione non tali che deve metterci nelle condizioni di pensare a un'epidemia generalizzata a breve termine”, ha detto. “I rapporti costi-benefici ci dicono, inoltre, che non c’è necessità di pensare a un vaccino per questa malattia, anche perché la letalità è molto bassa, almeno nei Paesi occidentali, mentre va fatta sana operazione di contenimento epidemiologico”, aveva spiegato.