
Covid, varianti Omicron trainano reinfezioni. Pandemia potrebbe peggiorare in autunno
In Italia il ceppo di virus prevalente continua a essere Omicron 2. Sono intanto stati registrati alcuni casi delle nuove sottovarianti BA.4 e BA.5. Il diffondersi di nuove forme di virus porta le autorità sanitarie, nel nostro Paese come all'estero, a temere un nuovo peggioramento della pandemia dopo l'estate

Calano i contagi e le ospedalizzazioni legate al Covid-19. Le autorità sanitarie però avvertono che, probabilmente dopo l’estate, il quadro sanitario potrebbe peggiorare un’altra volta. Si guarda con sospetto alle due nuove sottovarianti di Omicron: BA.4 e BA.5, chiamate anche Omicron 4 e Omicron 5. Anche in un momento relativamente tranquillo come quello che stiamo attraversando, la diffusione di mutamenti di Omicron è già considerata la responsabile dell’alto numero di reinfezioni registrate
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Il pericolo che BA.4 e BA.5 portano con sé “è reale”. Dopo il probabile rallentamento del virus nel periodo estivo “potremmo ritrovarci ad affrontare il terzo autunno problematico dell’era pandemica”, ha detto Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali)
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In Italia il ceppo di virus prevalente resta per il momento Omicron 2 (BA.2). Il 7 maggio sono però stati rilevati tre casi di BA.5 a Perugia. Anche BA.4, ha fatto sapere l’Istituto Superiore di Sanità, risulta già presente sul territorio. Negli scorsi giorni è stata isolata ad esempio nei laboratori dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna
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Le previsioni per il prossimo autunno sono le stesse in Italia come nel resto del mondo. Il governo statunitense prevede che saranno circa 100 milioni gli americani (il 30% della popolazione) che potrebbero contagiarsi dopo l’estate, proprio per il rapido evolversi di Omicron
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Sono sempre le nuove forme di Omicron a guidare una nuova ondata di contagi – la quinta – in Sudafrica. Lo riporta la Bbc sulla base dei dati dell’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili, che ha evidenziato un aumento del 60% di nuovi casi in due giorni
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Il diffondersi di nuove varianti intanto sta trainando anche i numeri crescenti di persone che hanno contratto il coronavirus pur avendolo già avuto in passato. La scorsa settimana casi simili sono cresciuti del 5%, fa sapere l’Iss
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Sulla base delle conoscenze scientifiche finora disponibili, ha spiegato la professoressa Antonella Mencacci, responsabile del laboratorio di microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia, è possibile sostenere che Omicron 5 presenti una contagiosità maggiore delle forme precedenti, anche se “non è ancora chiaro di quanto”

I tre pazienti colpiti dalla malattia “stanno bene”, ha detto Mancacci, precisando che BA.5 provoca un’infezione “come tutte le altre” e che “interessa principalmente le vie respiratorie alte”

Anna Teresa Palamara, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Iss, spiega come sulla piattaforma IcoGen, che traccia le varie forme di coronavirus sulla base delle segnalazioni sul territorio, “osserviamo anche 38 possibili ricombinanti” di Omicron. Tutte sono “costantemente monitorate” e per ora non vengono associate a una diversità “severità nella malattia” rispetto a varianti più conosciute

Le previsioni future legate alla circolazione di nuove varianti e sottovarianti, spiega il virologo e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco (in foto) in un’intervista a La Stampa, rendono “la quarta dose fondamentale per gli anziani e in prospettiva per tutti”

Le reinfezioni che, dallo scorso agosto, hanno colpito quasi 400mila italiani, sottolinea Pregliasco, sono dovute al fatto che "la forza del Sars-Cov-2 è l'instabilità, dovuta a mutazioni anche minime, per cui la vaccinazione e la guarigione non sono garanzie di immunità"

Le diverse caratteristiche della proteina Spike, quella con cui il virus si aggancia alle cellule umane, riscontrate nei mutamenti di Omicron sono il motivo per cui l’immunità non è ancora stata acquisita del tutto. Inoltre, aveva detto sempre Pregliasco qualche giorno fa ad Agorà su Rai Tre, il numero di casi Covid che vediamo "è sottostimato, quelli veri sono almeno il doppio o anche qualcosa in più, dipendono da quanti tamponi si fanno"

Le opinioni riguardo BA.4 e BA.5 non sono tutte concordi. A differenza di quanto sta succedendo in Sudafrica, in Italia e in Europa la grande diffusione di Omicron 1 e 2 potrebbe portare a "una sorta di immunità naturale che potrebbe funzionare da possibile scudo e rendere vita difficile alle nuove sottovarianti BA.4 e 5". Lo spiega il direttore dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, Massimo Ciccozzi

In ogni caso, continua Ciccozzi, l'allerta va mantenuta alta, anche in relazione a vecchie varianti. "Il virus - spiega - sta evolvendo come altri virus respiratori ma dal Sars-CoV-2 non possiamo escludere sorprese. Dobbiamo essere sempre in allerta anche sulle varianti che sono state soppiantante da Omicron, come la Delta che non è scomparsa e potrebbe avere mutazioni e organizzarsi per la rimonta"