Lo ha riferito il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge - Biotecnologie avanzate. "La BA.2.3 ha avuto origine dalla BA.2, ma rispetto a questa ha alcune mutazioni in più", ha aggiunto
In Italia circola una nuova sottovariante di Omicron. Si chiama BA.2.3 e al momento è presente in circa il 20% dei casi di Covid-19 nel nostro Paese. Lo ha dichiarato all'Ansa il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge - Biotecnologie avanzate e docente di Genetica dell'Università Federico II di Napoli. "A partire dal primo marzo l'Italia ha depositato 10.000 sequenze" nelle banche dati internazionali che raccolgono le sequenze genetiche del virus Sars-CoV-2, ha aggiunto, per poi sottolineare che "la BA.2.3 ha avuto origine dalla BA.2, ma rispetto a questa ha alcune mutazioni in più". (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
Covid: sequenziata per la prima volta in Italia la variante Xf, mix di Delta e Omicron
È
di ieri la notizia di un'ulteriore variante del coronavirus approdata
sul suolo italiano. Per la prima volta, in Italia, è stata isolata e
sequenziata una nuova variante del virus Sars-CoV-2, denominata “Xf”,
già definita dagli esperti come una sorta di fusione fra la variante
Delta e quella Omicron. La scoperta, di cui ha dato notizia l'edizione
bolognese del quotidiano “La Repubblica”, è stata fatta al laboratorio
di Pievesestina, a Cesena, diretto dal microbiologo Vittorio Sambri. Il
tampone positivo apparteneva ad un paziente che aveva segnalato
importanti patologie e che, una volta contratto il Covid un paio di mesi
fa, era successivamente deceduto. “Ma non per la variante Xf, questo
bisogna dirlo con molta chiarezza”, ha sottolineato Sambri.
La
variante Xf è già diffusa in Inghilterra con circa 100 casi censiti ed è
stata caricata di recente sui database gestiti dall'Istituto Superiore
di Sanità (Iss). “In Italia non era mai stata riportata, è la prima
volta che viene trovata in un paziente, mentre ci sono un centinaio di
casi inglesi”, ha confermato l’esperto, professore presso l'Università
di Bologna. Gli esperti, al momento, sono al lavoro per cercare di
capire affinità e divergenze con le varianti già note, valutarne la
pericolosità, la contagiosità, la resistenza ai vaccini e alle terapie.
“Xf” potrebbe comprendere le caratteristiche “aggressive” di Delta con
l’elevata contagiosità di Omicron. Questa “è la conclusione a cui si
arriva, per questo la marchiamo stretta. La studiamo in laboratorio per
capire quanto viene bloccata dai vaccini e dagli anticorpi monoclonali.
Insomma, dobbiamo comprendere cosa può fare questa bestiolina, non c'è
dubbio”, ha dichiarato Sambri.