Tumori e immunoterapia, il ruolo chiave del microbiota intestinale

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Lo studio dei microorganismi che popolano l'intestino può migliorare l’efficacia dei trattamenti anticancro. È quanto emerso da un'ampia ricerca internazionale coordinata dall'Università di Trento e dall'Istituto europeo di oncologia

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Migliorare l'efficacia dei trattamenti di immunoterapia anticancro intervenendo sul  microbiota intestinale, cioè l'insieme di microorganismi che popolano il nostro intestino. È la possibilità confermata da un'ampia ricerca internazionale, coordinata dal gruppo di ricerca di Metagenomica computazionale del Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata Cibio dell'Università di Trento e dell'Istituto europeo di oncologia, guidato dal professor Nicola Segata in collaborazione con altri gruppi di ricerca nei Paesi Bassi e Regno Unito. I risultati dello studio, pubblicato su Nature Medicine, aprono la strada allo sviluppo di nuove terapie personalizzate di supporto all’immunoterapia.

Lo studio nel dettaglio  

"Studi preliminari su un numero molto limitato di pazienti hanno suggerito che il microbiota intestinale, per la sua funzione di regista del sistema immunitario, gioca un ruolo nella risposta di ogni paziente all'immunoterapia contro il cancro e in particolare contro il melanoma. L'obiettivo del nostro studio era cercare una conferma di questo ruolo, che può avere un grosso impatto per l'oncologia e per la medicina in generale", ha spiegato Karla Lee, ricercatrice del King's College London e prima firma del lavoro. Lo studio "mostra che in effetti studiare il microbiota è importante per poter migliorare e personalizzare i trattamenti immunoterapici per il melanoma, ma allo stesso tempo suggerisce che, considerando anche la variabilità da persona a persona del microbiota intestinale, sono necessari studi ancora più ampi per capire quali siano le caratteristiche principali che conferiscono al microbiota una maggiore probabilità di attivare una risposta positiva all'immunoterapia", ha aggiunto Nicola Segata, sottolineando che diversi "studi già pubblicati dimostrano che la dieta, ad esempio attraverso l'assunzione di molte fibre, gioca un ruolo importante in questo senso". Sono in corso altre ricerche per definire con precisione il legame alimentazione-microbiota-risposta immunitaria. "Dobbiamo in sostanza identificare quali specifiche caratteristiche del microbiota sono direttamente legate ai benefici clinici dell'immunoterapia per poter poi sfruttare queste caratteristiche in nuove terapie personalizzate di supporto all'immunoterapia", ha concluso il ricercatore.

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