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10 anni senza tumore grazie al trattamento CAR-T: lo studio su Nature

Salute e Benessere
©Ansa

È il risultato registrato in due pazienti affetti da leucemia linfocitica cronica, trattati nel 2010 con l'infusione delle cellule geneticamente modificate.
Una ricerca della University of Pennsylvania ha mostrato che le "discendenti" delle cellule CAR-T sono ancora presenti nel sangue dei pazienti, sebbene in forma diversa da quella iniziale

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Oltre 10 anni di remissione dalla leucemia linfocitica cronica grazie al trattamento con le CAR-T. È il risultato registrato in due pazienti affetti da questa neoplasia, trattati nel 2010, nell'ambito di un trial clinico di fase I, con le CAR-T, cellule modificate geneticamente per combattere il cancro. I test condotti dopo 10 anni hanno mostrato che le "discendenti" delle cellule CAR-T sono ancora presenti e funzionalmente attive nel sangue dei pazienti, sebbene in forma diversa da quella iniziale. Il traguardo è stato documentato da un team di ricercatori della University of Pennsylvania sulla rivista Nature.

I risultati dello studio

Il trattamento con CAR-T prevede il prelievo dei linfociti T del paziente, poi geneticamente modificati in modo da potenziare la loro capacità di riconoscere e uccidere i tumori, e successivamente, l'infusione delle cellule geneticamente modificate. Dopo oltre 10 anni dal trattamento, il team di ricerca ha osservato che in entrambi i pazienti il tumore non si è più ripresentato. Inoltre, è riuscito a monitorare cos'è successo nel tempo a quel farmaco. I test hanno dimostrato che dopo un decennio le cellule CART-2 sono ancora presenti nei pazienti, ma negli anni il loro profilo si è modificato. Rispetto ai linfociti T di tipo CD8 originari, oggi il recettore innestato artificialmente per riconoscere le cellule tumorali è presente in una popolazione di cellule T di tipo CD4. Le analisi compiute su queste cellule hanno confermato che sono ancora funzionalmente attive nel contrastare le cellule tumorali. Secondo i ricercatori, questa popolazione di cellule potrebbe agire da sentinella contro le cellule tumorali e spiegare la remissione a lungo termine dei due pazienti. "Questa remissione a lungo termine è notevole e assistere a pazienti che vivono senza cancro è una testimonianza dell'enorme potenza di questo "farmaco vivente" che agisce efficacemente contro le cellule tumorali", ha spiegato il primo autore dello studio J. Joseph Melehorst. "Vedere che i nostri pazienti rispondono bene a questa terapia cellulare innovativa rende tutti i nostri sforzi utili, essendo in grado di dare loro più tempo per vivere e trascorrerlo con i propri cari".

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