
Covid, quando fa effetto la terza dose di vaccino? Cosa dicono gli esperti
Il nostro sistema immunitario è dotato di memoria: se viene in contatto per una terza volta con una minaccia - come è il Sars Cov 2 - la reazione sarà rapida. La terza dose protegge quindi più tempestivamente rispetto alle precedenti, anche se la copertura può variare a seconda della risposta immunitaria dei singoli soggetti

Con la nuova ondata di contagi di Covid-19 che sta colpendo l’Europa, e non solo, molti Paesi hanno spinto la loro campagna vaccinale sulle terze dosi. Ma quando entra in azione la protezione? E quanto dura?
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Il nostro sistema immunitario è dotato di memoria. Questo significa che se viene in contatto per una terza volta con una minaccia - come è il Sars Cov 2 - la reazione sarà rapida e gli anticorpi saranno già pronti. Grazie a questo meccanismo, la terza dose diventa protettiva più tempestivamente rispetto alle precedenti
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“Fondamentalmente le cellule immunitarie che mantengono la memoria verso gli antigeni estranei all’organismo hanno già questa memoria del virus e quindi il booster con la terza dose è già subito attivo, poi si consolida nelle due settimane successive”, spiega Roberto Luzzati, professore di Malattie infettive dell’Università di Trieste, come riporta il Messaggero
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“Questo avviene di solito in tutte le vaccinazioni - osserva inoltre Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) - Man mano che si procede nel numero di somministrazioni, la risposta immunitaria è sempre più rapida”

In linea generale, la tempistica è la stessa per tutti i soggetti. “Dobbiamo però osservare - precisa Andreoni - che ci sono pazienti che hanno una buona immunità e quindi rispondono rapidamente e validamente, e altri che hanno una immunità ridotta e quindi stentano comunque a rispondere alla stimolazione del vaccino”

"È emersa una efficacia maggiore verso la malattia sintomatica due settimane dopo il booster, comparabile o leggermente inferiore a quella verso Delta", scrive l’Istituto superiore di Sanità (Iss) nelle Faq pubblicate sul suo sito

Due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech non offrono una protezione sufficiente contro la variante , ma la terza dose riporta gli anticorpi neutralizzanti a livelli sovrapponibili a quelli che si ottenevano con due dosi di vaccino contro la versione originaria di virus SARS-CoV-2, conferma uno studio condotto dalle due aziende e pubblicato su Science

Lo studio ha verificato l'efficacia dei vaccini contro le principali varianti utilizzando il siero prelevato durante le sperimentazioni cliniche del vaccino Pfizer/BioNTech (BNT162b2) condotte nei mesi passati: in particolare quello di 32 partecipanti che avevano effettuato la seconda dose da 21 giorni e quello di 30 volontari che avevano effettuato la terza dose da un mese

Dopo due dosi di vaccino, i livelli di anticorpi neutralizzanti contro Omicron erano 22,8 volte inferiori rispetto a quelli contro il virus di Wuhan, con 20 dei 32 sieri analizzati che non avevano nessuna capacità neutralizzante contro la nuova variante. Le due dosi proteggevano, invece, contro Beta e Delta, anche se con un tasso rispettivamente 6,7 e 2,2 volte più basso rispetto al virus originario

Dopo un mese dalla somministrazione della terza dose, invece, i livelli di anticorpi sono aumentati di 23,4 volte rispetto a quanto rilevato dopo la seconda dose, raggiungendo livelli paragonabili a quelli ottenuti contro il coronavirus originario. E 29 sieri su 30 erano in grado di neutralizzare lo Omicron. La terza dose aumentava inoltre la protezione anche contro le varianti Beta e Delta e contro il virus di Wuhan

In particolare un'efficacia "dal 65 al 75% è stata segnalata nel Regno Unito da 2 a 4 settimane dopo la dose di richiamo, che scende al 55 dal 70% a 5-9 settimane e al di sotto del 55% dopo 10 settimane dalla terza dose"