Covid, nuova variante rilevata in Sudafrica: l'Oms monitora

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Si tratta della variante denominata B.1.1.529, già finita sotto osservazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che però al momento la classifica tra le mutazioni da monitorare. Sono ancora pochi i dati di laboratorio disponibili, ma la conferma della presenza della variante del virus è arrivata anche dal National Institute for Communicable Diseases (NICD), una divisione del National Health Laboratory Service (NHLS) sudafricano

Una nuova variante del virus Sars-Cov-2 è stata identificata in Sudafrica con numerose mutazioni, 32 nello specifico, della proteina Spike che potrebbero, almeno a livello teorico, aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere gli anticorpi. La mutazione è stata denominata B.1.1.529 ed è già sotto osservazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che al momento la classifica tra le varianti da monitorare.

I casi già rilevati

La conferma della presenza della variante è stata sottolineata, come segnala anche il “Corriere della Sera”, dal National Institute for Communicable Diseases (NICD), una divisione del National Health Laboratory Service (NHLS) in Sudafrica. Anche altri laboratori stanno confermando casi in aumento, legati a questa mutazione, man mano che sono disponibili i risultati relativi al sequenziamento. Attualmente, dicono gli esperti, sono però ancora troppo pochi i dati disponibili: secondo il NICD, la presenza della variante è stata documentata grazie al sequenziamento in 22 casi positivi, ma molti altri dovrebbero esser confermati nei prossimi giorni. I casi rapidamente in aumento, in particolare, arrivano dall’area del Gauteng, zona urbana che comprende le città di Pretoria e Johannesburg. Secondo gli esperti i tassi di positività legati alla variante dovrebbero essere aumentati nelle ultime settimane, passando da meno dell’1% ad oltre il 30%.

Ancora pochi dati disponibili

Altri quattro casi sarebbero poi stati individuati in Botswana ed uno ad Hong Kong, rilevato in un viaggiatore di ritorno proprio dal Sudafrica. Nel frattempo, la comunità scientifica si è già messa in moto per tentare di completare, nei tempi più veloci possibili, l'identikit della nuova variante B.1.1.529. Thomas Peacock, esperto virologo dell'Imperial College di Londra, ha segnalato attraverso il suo profilo Twitter che “l'incredibile numero di mutazioni della proteina Spike suggerisce che questa variante potrebbe destare preoccupazione”, anche vista la possibile capacità di sfuggire a molti degli anticorpi monoclonali già noti. Ma stando ai pochi dati attualmente disponibili, comunque, è ancora troppo presto per trarre delle conclusioni. Secondo gli esperti, infatti, la diffusione della variante potrebbe essere ancora limitata e non ci sarebbero prove di laboratorio che ne certifichino la reale trasmissibilità ed elusività.

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