Il presidente dell’Istituto Superiore ha spiegato “progressivamente dal centro-est europeo l’epidemia si sta muovendo verso la Francia e l’Italia”
Si è svolta oggi, venerdì 19 novembre, la consueta conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio settimanale della Cabina di Regia. Parlando dell’evoluzione dell’emergenza Covid-19, Silvio Brusaferro, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato che “progressivamente dal centro-est europeo l’epidemia si sta muovendo verso la Francia e l’Italia. Il nostro Paese mostra un incremento nella circolazione del virus, ma in una situazione più contenuta rispetto agli altri Paesi. Tuttavia l’andamento è comunque in crescita”. Brusaferro ha sottolineato che l’incremento più significativo si è verificato nella fascia compresa tra i 30 e i 50 anni. Il presidente dell’Iss ha rilevato anche un “incremento tra i casi pediatrici, sotto i 12 e, in particolare, tra i 6 e gli 11 anni. Questa è la fascia dove non è disponibile la vaccinazione. Vengono segnalati dei ricoveri anche per questa fascia di età anche se i numeri sono piccoli”.
Brusaferro: “Il 40% degli over 80 ha fatto la terza dose”
Brusaferro ha spiegato che “si vede la crescita delle vaccinazioni per le terze dosi, ma tra gli over80 la percentuale non supera il 40% e quindi va ribadita l’importanza della terza dose, soprattutto per le categorie più fragili. Inoltre, milioni di persone tra i 30 e i 50 anni non hanno ancora ricevuto la prima dose del vaccino”. Il numero uno dell’Iss ha aggiunto che gli ultimi dati confermano l’efficacia del vaccino contro le ospedalizzazioni.
Brusaferro ha poi evidenziato che “continua a crescere in modo lento ma progressivo l’occupazione delle aree mediche e delle terapie intensive. Quindi è necessaria una maggiore copertura vaccinale e la terza dose, soprattutto per i soggetti anziani o con patologie, ma è anche necessario mantenere comportamenti prudenti come l’uso delle mascherine, igiene delle mani e distanziamento”.
Per tutelare la salute dei bambini, Brusaferro ha raccomandato di far indossare loro la mascherina a scuola e di “prestare attenzione a tutti i comportamenti” al di fuori del contesto scolastico.
approfondimento
Vaccino Covid, cosa sapere sulla terza dose. Domande e risposte
Rezza: “C’è una chiara tendenza al peggioramento, anche se lenta”
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Gianni Rezza. Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute ha dichiarato che “si evidenzia una tendenza al peggioramento. Al momento però la crescita dei casi è chiara ma lenta e ciò grazie agli effetti della campagna vaccinale e anche grazie al fatto che alcune misure che riducono il rischio, come il Green Pass, in Italia sono in atto da tempo. Dobbiamo comunque avere una visione non ottimistica, ma cauta”. Per Rezza la somministrazione della terza dose è fondamentale. “Dobbiamo ancora aspettarci una tendenza all’incremento dei casi, ma facciamo affidamento su vaccini e misure”.
“L’ipotesi di accorciare i sei mesi di attesa per la terza dose è da valutare”
Rezza ha poi parlato dell’ipotesi di accorciare il tempo di attesa tra le dosi. “Quelli che a oggi non hanno raggiunto sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale sono soprattutto i giovani. Accorciare questo intervallo di tempo non avrebbe effetti negativi e potrebbe dare qualche possibilità in più di accelerare la campagna vaccinale, è quindi un elemento da valutare con una certa attenzione”.
Parlando dei test antigenici rapidi, Rezza ha sottolineato che “possono avere una sensibilità inferiore e portare a dei falsi negativi. Ma con la variante Delta la carica virale è più elevata e quindi si dovrebbe avere di meno questo problema. D’altronde i test antigenici molecolari sono più complessi ed è difficile ripeterli nel tempo. Ma la valutazione dell’uso va fatta sulla base del momento”.
“Importante garantire l'accesso globale ai vaccini”
Rezza ha dichiarato anche che “l’Oms ha ragione quando dice che bisogna garantire l’accesso globale ai vaccini, altrimenti non ne usciamo. Fermo restando questo, non si può non garantire l’accesso alle terze dosi. Non vanno messe in contrapposizione le due cose. Possiamo garantire dosi di richiami alla nostra popolazione e allo stesso tempo garantire l’accesso agli altri Paesi”.