Camminare può aiutare a contrastare la depressione post partum: lo studio

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Lo ha sottolineato un recente studio, condotto dai ricercatori della Western University di London, i cui esiti sono stati pubblicati sul “Journal of Women's Health”. Il lavoro si è basato sui dati relativi a cinque progetti che hanno coinvolto 242 donne

Camminare ogni giorno, anche solo per un tempo pari a 15 minuti ed a passo veloce, può aiutare le neomamme a combattere la depressione post partum. Lo ha sottolineato un recente studio, condotto dagli esperti della Western University di London e i cui esiti sono stati pubblicati sul “Journal of Women's Health”, basato sui dati relativi a cinque progetti di ricerca che hanno coinvolto 242 donne.

La tesi dei ricercatori

“La pandemia di Covid-19 ha portato molte donne a guardare oltre le tradizionali opzioni di trattamento della depressione post partum, come la psichiatria e i farmaci, difficilmente accessibili a causa delle restrizioni, e a scoprire i benefici dell'attività fisica”, hanno spiegato i ricercatori, specificando comunque che il ricorso alle cure mediche potrebbe risultare necessario in specifici casi. In sostanza, però, lo studio ha voluto raccomanda alle neomamme di camminare ad una “intensità moderata”, per un periodo complessivo che va da 90 a 120 minuti a settimana. Obiettivo principale, quello di ridurre i sintomi della depressione post partum. “Camminare è una pratica abbastanza accessibile a tutte le donne e ciò che c’è di bello è che possono farlo con il loro bambino”, ha riferito Marc Mitchell, tra gli autori dello studio. E, ha aggiunto, “se la neomamma riesce a uscire tre o quattro volte alla settimana per mezz'ora, o anche 15 minuti al giorno, con il suo bambino nel passeggino, potrebbe notare importanti benefici” a livello del proprio benessere mentale.

Una soluzione per le donne

I ricercatori, inoltre, hanno evidenziato ancora come il ricorso alle passeggiate per contrastare la depressione post partum potrebbe avere un’ulteriore valenza. Quella di rappresentare una soluzione anche per tutte quelle donne che, a causa dello stigma sociale, dell'emarginazione o di altri fattori, non riescono a chiedere una mano d'aiuto agli specialisti.

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