Lo ha riferito il ministro dell'Università e della Ricerca, intervenendo nel corso di "Timeline". Già la scorsa settimana, ha aggiunto, "abbiamo inviato una nota agli atenei che spiega come, in realtà, la priorità della presenza che abbiamo sancito in decreto possa essere raggiunta anche qualora il luogo non possa permettere di rispettare il metro di distanziamento”
“Già oggi le aule possono essere riempite fino al 100%”. Lo ha confermato il ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, intervenendo nel corso di TimeLine, in onda su Sky Tg24. “Già la scorsa settimana abbiamo inviato una nota agli atenei che spiega come, in realtà, la priorità della presenza che abbiamo sancito in decreto possa essere raggiunta anche qualora il luogo non possa permettere di rispettare il metro di distanziamento”, ha poi aggiunto. "E’ la stessa cosa che succede nella scuola, e questo vuol dire che già oggi le aule possono essere riempite fino al 100%”, ha ribadito.
Green pass: scuole e università "sono stati pilota"
“Credo che da un certo punto di vista siamo pronti", ha poi aggiunto. "Altri enti, scuole e università hanno iniziato già da tempo, quindi sono stati pilota in questo senso, e il mondo del lavoro ha sicuramente potuto valutare pro, contro e modalità per il rispetto di quella che è una legge”, ha spiegato il ministro, in riferimento all’entrata in vigore dell’obbligatorietà del Green pass prevista per il prossimo 15 ottobre per tutti i lavoratori.
La valutazione dei contagi
"L’aspetto per cui abbiamo lasciato una priorità", alla presenza nelle aule, "era dovuto a due motivi. Uno: stiamo fornendo un servizio essenziale e quindi non possiamo, in questo caso, né multare né non fornire insegnamenti a chi non è vaccinato o a chi non ha il Green pass, dunque dobbiamo comunque mantenerli legati ad un sistema dell’istruzione perché è un servizio essenziale", ha sottolineato ancora Messa. "Due: abbiamo iniziato il primo settembre quindi la prudenza, che è d’obbligo sempre, era d’obbligo ancora di più. Ora mano a mano che si va avanti, che vediamo che il contagio è tenuto sotto controllo o comunque non causa morbidità e mortalità perché siamo per la maggior parte vaccinati, si può aprire sempre di più”, ha spiegato.
“Parlare con chi onestamente non vuole fare il vaccino”
A proposito del tema legato ai vaccini anti-Covid e ancora in merito alla percentuale di persone che non avranno il Green pass, Messa ha detto che “bisogna fare di tutto per parlare con chi onestamente non vuole fare il vaccino e intendo, con onestamente, coloro che pongono paure, timori, un'incomprensione di fondo”. Obiettivo, ha proseguito, quello di “fare in modo che l'informazione giunga corretta e che le persone possano dialogare con chi è del mestiere”, ha commentato Messa. “Ci sarà comunque una fetta irragionevole, ma se riusciamo almeno a ripescare i ragionevoli abbiamo fatto ciò che uno Stato dovrebbe fare”, ha continuato il ministro dell'Università e della Ricerca.
Cure e vaccini gratis
Rispondendo, poi, ad una domanda relativa ai tamponi gratuiti, il ministro ha spiegato di pensarla "in mondo abbastanza simile al ministro Orlando. Abbiamo fatto una legge, ed è come se derogassimo la legge pagandola per di più noi questa deroga: sarebbe un pochino insensato”, ha detto, commentando le parole del ministro Orlando, secondo cui far diventare il tampone gratuito significa dire sostanzialmente che chi si è vaccinato ha sbagliato. E, ancora sulla questione vaccini, ha sottolineato che "lo Stato ha il compito di fornire il vaccino gratis, di curare le persone, di fare in modo che tutti abbiano la cura, vaccinati e non vaccinati, in maniera gratuita senza pesare sulle famiglie. E deve fare in modo che tutti abbiano accesso alla cura”, ha riferito. Ma non solo, perché “l'altro grande compito dello Stato è quello di fare in modo che le persone possano recarsi nei luoghi di lavoro, o nei luoghi di cultura, o nei luoghi di formazione come le università, che sono un diritto di tutti i cittadini, in sicurezza”, ha detto ancora.