
Covid e terza dose: ecco quanto dura l’efficacia dei vaccini secondo gli ultimi studi
La dose booster, come deciso dal ministero della Salute, potrà essere iniettata ai “fragili” e agli over 60 almeno sei mesi dopo il completamento del ciclo primario di vaccinazione: è questo l’intervallo indicato dalle aziende farmaceutiche come il limite di efficacia massima del vaccino. Ecco cosa sappiamo sulla durata dell’immunità garantita dai 4 farmaci usati in Italia

Il ministero della Salute ha dato il via libera alla terza dose di vaccino anti-Covid anche per i “fragili” e gli over 60 con Pfizer e Moderna. Il “booster” dovrà essere iniettato almeno sei mesi dopo il completamento del ciclo primario di vaccinazione. Ecco, secondo gli ultimi studi, quanto dura l’efficacia dei vaccini disponibili in Italia
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TERZA DOSE DOPO 6 MESI – Il periodo di sei mesi è quello più indicato dalle aziende farmaceutiche come il limite di efficacia massima del vaccino. Tutte - da Pfizer a Moderna, ad AstraZeneca e Johnson & Johnson - si dicono favorevoli alla terza dose: se dopo 6 mesi la protezione per le forme gravi della malattia risulta pressoché invariata, successivamente la terza dose potrebbe garantire una maggiore protezione anche dalle forme lievi della malattia
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PFIZER-BIONTECH – Un nuovo studio del Kaiser Permanente Southern California (Kpsc) health system e Pfizer, pubblicato sulla rivista The Lancet, conferma che due dosi del vaccino anti-Covid dell'azienda americana sono efficaci al 90% contro i ricoveri per Covid-19 per tutte le varianti, inclusa la Delta, per almeno sei mesi
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Questi risultati, si legge nello studio, sono coerenti con i rapporti preliminari dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) e del ministero della Salute israeliano, che hanno riscontrato riduzioni di efficacia del vaccino BNT162b2 contro l'infezione dopo circa sei mesi
Covid, i ricoveri dei non vaccinati costano alla Sanità 70 milioni al mese: lo studio.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/9cbedae6ad93e1f1c745713a92df4c4fdf9569a1/img.jpg)
Secondo un rapporto dell'azienda americana inviato alla Fda, l'immunità alle forme leggere o moderate di Covid scende notevolmente tra i 6 e gli 8 mesi dopo la seconda dose di Pfizer. Anche senza il booster la protezione del suo vaccino rimane però forte nei confronti dei rischi di malattia grave
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MODERNA – Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Science dal gruppo dell'istituto americano Niaid (National institute of allergy and infectious diseases) guidato da Amarendra Pegu, a sei mesi dalla seconda dose il vaccino anti-Covid dell'azienda americana continua a proteggere da almeno 6 varianti, compresa la Delta
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È di almeno 6 mesi la protezione del vaccino a un dosaggio più basso (un quarto) di quello standard. Lo studio, però, non dimostra che un dosaggio più basso del vaccino di Moderna offra la stessa protezione di quello standard. Lo spiegano sulla rivista Science i ricercatori del La Jolla Institute for Immunology

In Europa, la terza dose del vaccino Moderna per immunocompromessi over 12 è stata autorizzata dall'Ema. Un numero crescente di studi, ha rilevato l'azienda, ha dimostrato il beneficio di una terza dose di vaccino Covid-19 in soggetti immunocompromessi. In particolare un recente studio in doppio cieco su 120 soggetti

ASTRAZENECA - Il ciclo completo del vaccino rispetto alla variante Delta garantisce un'efficacia del 67% (era del 74,5% contro la variante alfa). Sono i risultati della sorveglianza condotta in Inghilterra su un ampio campione di popolazione, resi noti dalla Fnomceo (gli ordini dei medici). Una singola dose di questo farmaco serve a poco, con un'efficacia di poco superiore al 30%. Un fattore importante, comunque, è anche l'età

JOHNSON & JOHNSON - Il richiamo a sei mesi per il vaccino contro il Covid di Johnson & Johnson aumenta di 12 volte il livello di anticorpi. Dopo 2 mesi, invece, il livello di anticorpi ha un incremento di 4 volte e la protezione arriva al 94%. Lo fa sapere la stessa azienda farmaceutica, che ha illustrato i nuovi dati sul vaccino in base a uno studio condotto negli Stati Uniti su 390mila persone che hanno ricevuto il vaccino di Johnson&Johnson e circa 1,52 milioni di persone non vaccinate da marzo a fine luglio 2021

Il vaccino a dose singola di Johnson & Johnson, ricorda l'azienda, ha dimostrato un'efficacia del 79% per le infezioni e dell'81% per i ricoveri legati al Covid

QUARTO RAPPORTO ISS-MINISTERO SALUTE- Il rapporto si basa sui dati di 29 milioni di persone. Per i vaccini a mRna, nei soggetti con più patologie c’è una riduzione della protezione dall'infezione: dal 75% di riduzione del rischio dopo 28 giorni dalla seconda dose, al 52% dopo circa 7 mesi. In generale, confrontando i dati gennaio-giugno 2021 (con predominanza variante Alfa), con quelli luglio-agosto (a prevalenza Delta), emerge una riduzione dell'efficacia contro l'infezione dall'84,8% al 67,1%. Resta invece alta l'efficacia contro i ricoveri (91,7% contro 88,7%)