Pronto l'atlante del cervello realizzato dalla Brain Initiative

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Il risultato, descritto in 17 studi pubblicati su Nature, è frutto di sforzo collaborativo internazionale che ha visto al lavoro per cinque anni decine di gruppi di ricerca americani

Completato il grande atlante del cervello della Brain Initiative, un ambizioso progetto lanciato nel 2013 dall'allora presidente americano Barack Obama con l'obiettivo di mappare l’attività di tutti i circuiti del cervello. Il risultato è un punto di partenza essenziale per comprendere come funziona il cervello e rappresenta il culmine di uno sforzo collaborativo internazionale che ha visto al lavoro per cinque anni decine di gruppi di ricerca americani. Lo studio ha censito tutti i miliardi di cellule che compongono il cervello, non solo umano ma anche di altri mammiferi, (come topi e scimmie), per capirne le differenze e avere così nuove informazioni per decifrarne il funzionamento. I risultati dell'ambizioso progetto sono descritti in 17 studi pubblicati sull'ultimo numero della rivista Nature

Studiate oltre 160 miliardi di cellule cerebrali

Comprendere la complessità del cervello umano è da sempre una delle principali sfide della scienza. "Come altro potremmo capirlo se prima non iniziamo a scomporlo e a studiarne tutte la parti?", ha osservato Helen Bateup, dell'Università della California a Berkeley e autrice di uno dei 17 studi.
Nell'ambito del progetto Brain Initiative sono così state esaminate oltre 160 miliardi di cellule cerebrali (non solo umane), delle quali si sono analizzate le singole caratteristiche, come forma e espressioni geniche, e sono state ricostruite le loro connessioni, ovvero le sinapsi.

Possibili applicazioni

I risultati di questo progetto internazionale hanno così quintuplicato il catalogo iniziale di cellule cerebrali note, fornendo un eccellente trampolino di lancio per lo studio delle funzioni del cervello. "Una volta definite tutte quelle parti possiamo ora salire di livello e iniziare a capire come queste parti lavorano insieme, come formano un circuito funzionale, come ciò alla fine dà origine a percezioni e comportamenti e cose molto più complesse", ha spiegato Bateup. Secondo i ricercatori, i risultati del progetto internazionale potranno aprire la strada allo sviluppo di nuovi medicinali e terapie per diverse problematiche, dai disturbi psicologici alle malattie degenerative come l'Alzheimer.

 

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