Cervello, scoperta una molecola che stimola le cellule staminali neurali. Lo studio

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Si tratta dell'alfa-sinucleina, un gene la cui espressione è ridotta nell’invecchiamento fisiologico. Il suo ruolo è stato scoperto da un team di ricercatori dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbc)

 

Scoperta una molecola che svolgerebbe un ruolo chiave nel mantenimento della produzione di neuroni nel cervello anziano. Si tratta dell'alfa-sinucleina, un gene la cui espressione è ridotta nell’invecchiamento fisiologico, che sarebbe in grado di stimolare la produzione di cellule staminali neurali. Il suo ruolo è stato scoperto da un team di ricercatori dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbc).

Lo studio nel dettaglio

Per compiere lo studio, descritto sulle pagine della rivista specializzata Frontiers in Cell and Developmental Biology, i ricercatori coordinati da Felice Tirone e Laura Micheli in collaborazione con Giorgio D’Andrea e Manuela Ceccarelli, hanno utilizzato un modello di invecchiamento in vivo, per andare alla ricerca di eventuali geni coinvolti nel mantenimento della produzione di neuroni nell’anziano.  
Come spiegato dai ricercatori sul portale del Cnr, il cervello dei mammiferi continua a generare neuroni per tutta la vita, a partire da cellule staminali neurali, in due zone specifiche dette nicchie neurogeniche: il giro dentato dell’ippocampo e la zona subventricolare.
“Attraverso un’analisi genomica, abbiamo identificato in questo modello i geni che erano riattivati dalla corsa volontaria, che sappiamo essere un potente stimolo della produzione di neuroni”, ha spiegato Tirone.

I risultati

“Abbiamo osservato che l’alfa-sinucleina - gene la cui espressione è ridotta nell’invecchiamento fisiologico e anche nel nostro modello - è riportata ai livelli normali dalla corsa. Inoltre, se la sua ridotta espressione nel giro dentato invecchiato è aumentata artificialmente, le cellule staminali riprendono a produrre neuroni”, ha aggiunto.
"È poi noto che nel caso di un eccesso dei livelli di alfa-sinucleina o quando la sua struttura è alterata, essa diventa responsabile di neurodegenerazione, in particolare nelle sinucleinopatie, fra cui ad esempio il morbo di Parkinson. Il nostro lavoro fa quindi luce sulla funzione fisiologica di questa molecola e la evidenzia come possibile target per terapie nell’anziano, preventive della neurodegenerazione”, ha concluso Micheli.

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