Covid-19, anticorpi monoclonali: nuovo report pubblicato dall’Aifa

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Disponibile online, è stato diffuso dall’Agenzia Italiana del Farmaco un nuovo report relativo agli anticorpi monoclonali attualmente disponibili per il tratamento del Covid-19: bamlanivimab, bamlanivimab ed etesevimab e casirivimab ed imdevimab. Tra l’altro, proprio su quest’ultima combinazione, si è concentrata anche l’attenzione dell’Oms, che ha raccomandato un trattamento basato sui due anticorpi, prodotti dalla Regeneron, per due specifiche categorie di malati Covid

E’ stato diffuso online il nuovo report, il 25esimo per la precisione, curato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che sta contribuendo a sviluppare il registro di monitoraggio degli anticorpi monoclonali, proteine prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere i virus, per il trattamento del Covid-19. In particolare, con il comunicato pubblicato oggi, 24 settembre, sono stati diffusi “i risultati del monitoraggio attraverso il registro Aifa, relativo agli anticorpi attualmente disponibili: bamlanivimab, bamlanivimab ed etesevimab e casirivimab ed imdevimab.

La raccomandazione dell’Oms

Entrando nel dettaglio, è proprio su quest’ultimo “mix”, quello riguardante casirivimab e imdevimab, che l’Aifa ha voluto precisare come non sia stato ancora completamente studiato e non abbia ricevuto l'approvazione dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Il tutto in concomitanza con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che ha raccomandato un trattamento basato sulla combinazione dei due anticorpi monoclonali, prodotti dalla Regeneron, per due specifiche categorie di malati di Covid. La prima, nello specifico, è quella dei pazienti con malattia non grave che però sono ad alto rischio di ospedalizzazione, mentre la seconda riguarda chi è in condizioni gravi o critiche senza aver mostrato una risposta immunitaria al Covid. A renderlo noto è stato un articolo diffuso sul sito del British Medical Journal (Bmj). Secondo quanto sottolineato dagli esperti dell’Aifa, in Italia è stata autorizzata la temporanea distribuzione del “mix” per il trattamento di Covid-19 con decreto del ministro della Salute del 6 febbraio 2021, modificato dal decreto del ministro della Salute 12 luglio 2021 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 2021, n. 180. Per il trattamento con i due anticorpi monoclonali, riporta l’Aifa, il Covid-19 deve risultare di recente insorgenza e comunque da non oltre 10 giorni, oltre che confermato da positività a seguito di un esame virologico diretto per il Sars-Cov-2. Il trattamento, hanno riferito ancora gli esperti, è possibile oltre i 10 giorni dall'esordio solo in soggetti con immunodeficienza che presentino sierologia per Sars-Cov-2 negativa e prolungata positività al tampone molecolare.

Come agiscono gli anticorpi monoclonali casirivimab e imdevimab

La raccomandazione dell’Oms, in particolare, si è basata su nuove prove provenienti da tre studi che non sono ancora stati sottoposti a revisione paritaria, ma che dimostrano come casirivimab e imdevimab possano ridurre il rischio di ospedalizzazione e la durata dei sintomi nei soggetti a più alto rischio di malattie gravi, tra cui pazienti non vaccinati, anziani o immunodepressi. Altre prove sono giunte, poi, dallo studio “Recovery”, secondo cui i due anticorpi riducono con buona probabilità i decessi e la necessità di ventilazione meccanica nei pazienti sieronegativi. Casirivimab e imdevimab, si legge sul Bmj, se utilizzati in contemporanea, si legano alla proteina spike del virus Sars-Cov-2, neutralizzando la capacità del virus stesso di infettare le cellule. Gli esperti, però, hanno riconosciuto diverse implicazioni in termini di costi e risorse legate al trattamento con questi anticorpi monoclonali, che possono rendere difficile l'accesso alle cure in Paesi a basso e medio reddito. Proprio per questo motivo, l'Oms ha chiesto alle aziende produttrici e ai governi di cercare di intervenire sul prezzo elevato e sulla produzione limitata della combinazione di anticorpi.

  

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