Melanoma regredito nei topi dopo terapia con mRna: lo studio

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Condotto da un team di esperti coordinato da Christian Hotz della BioNTech, lo studio è riuscito a dimostrare, sui modelli animali, che la terapia può far regredire il tumore. Al via, adesso, i primi trial clinici sull’uomo. Si tratta della stessa tecnologia utilizzata, ad esempio, per il vaccino anti-Covid di Pfizer e Moderna

La tecnologia ad mRna messaggero, la medesima utilizzata ad esempio per il vaccino anti-Covid di Pfizer è entrata nell’ambito della sperimentazione medica su pazienti con tumore, in particolare affetti da melanoma in stato avanzato, dopo che, in uno studio sui topi, è stato dimostrato come la stessa abbia la capacità di annientare la neoplasia in 40 giorni.

Un mix di 4 mRna

Lo studio sulle cavie, nello specifico, è stato pubblicato di recente sulla rivista “Science Translational Medicine” e, secondo gli esperti, potrebbe rappresentare un primo ed importante step per l'utilizzo della tecnologia dell'Rna messaggero (mRna) anche in ambito oncologico. Tanto che la stessa azienda che ha creato il vaccino della Pfizer, la tedesca BioNTech, ha sviluppato insieme al gruppo Sanofi un mix di 4 mRna che inducono le cellule immunitarie a combattere il tumore. Ma come funziona questa tecnologia, nel vaccino anti-Covid? Come spiega l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, i virus Sars-CoV-2 infettano le persone utilizzando una proteina di superficie, chiamata “Spike”, che “agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule, in cui poi si possono riprodurre”. Tutti i vaccini attualmente a disposizione e che sfruttano questa tecnica inducono una risposta che blocca la stessa proteina “Spike” e quindi impediscono l’infezione delle cellule. I vaccini a mRNA, come quelli di Pfizer e Moderna, utilizzano in particolare “molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) che contengono le istruzioni perché le cellule della persona che si è vaccinata sintetizzino le proteine Spike”. Le proteine prodotte stimolano, in questo modo, il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. In chi si è vaccinato e viene esposto al contagio virale, gli anticorpi così prodotti bloccano le proteine “Spike” e ne impediscono l’ingresso nelle cellule. Il vaccino, infine, attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a possibili esposizioni al virus.

Le potenzialità riscontrate

Gli Rna, hanno sottolineato i ricercatori, contengono le istruzioni per produrre 4 molecole, le citochine, che hanno il compito di attivare le difese immunitarie contro il tumore. Lo studio su topi, che potrebbe fare da apripista, è stato condotto dal team di esperti coordinato da Christian Hotz della BioNTech. Il cocktail dei 4 Rna messaggeri prodotto è stato testato, in una fase iniziale, su 20 cavie affette da melanoma superficiale. Agli animali sono stati iniettati gli Rna direttamente nel tumore. Ciò che gli studiosi hanno potuto riscontrare è che la malattia tumorale è totalmente regredita in 17 dei 20 topi coinvolti nella ricerca. In una fase successiva, poi, la stessa terapia è stata somministrata ad animali con melanoma e con metastasi polmonari di melanoma. L’esito è stato positivo anche in questo caso, dimostrando che la terapia può essere efficace anche nei polmoni, pur se iniettata solamente sulla cute, nella sede del melanoma. Secondo gli esperti coinvolti nello studio, molto probabilmente le cellule immunitarie istruite contro il tumore hanno la capacità di spostarsi fino ai polmoni con l’obiettivo di eliminare la malattia anche al loro interno. Ad oggi, le aziende impegnate nella sperimentazione stanno conducendo, dopo averlo fatto sui modelli animali, i primi trial clinici su oltre 200 pazienti per verificare la sicurezza e l’efficacia della terapia anche nell’uomo.

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