
Covid, variante Delta e vaccini: ipotesi terza dose. Cosa succede in Italia e nel mondo
Il diffondersi della mutazione, più contagiosa di quella originaria, ha riportato sul tavolo di molti governi il dibattito sulla necessità di immunizzare i propri cittadini con un’ulteriore dose di farmaco anti-coronavirus. Nessuna decisione ancora presa in Italia. Terza dose in Israele agli over 50, in Usa e Francia a soggetti immunodepressi e considerati particolarmente a rischio

Il diffondersi della variante Delta, più contagiosa degli altri ceppi finora sequenziati di coronavirus, ha riportato sui tavoli dei governi di tutto il mondo il dibattito sulla necessità o meno di immunizzare i propri cittadini con una terza dose di vaccino. In Italia continua la discussione, mentre altri Stati -come Israele, Usa e Francia- hanno già deciso che la terza dose, per alcune categorie di popolazione, si farà
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STATI UNITI – Via libera dalla Food and Drug Administration statunitense alla terza dose di vaccino anti Covid. Non per tutti: l’autorità sanitaria ha stabilito che, per il momento, la scelta riguarderà soltanto le persone che hanno un sistema immunitario particolarmente debole, come chi ha subito un trapianto di organi o chi è malato di cancro
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Per i cittadini non considerati a rischio “è probabile che un richiamo vaccinale verrà dato in futuro. Tuttavia al momento non vediamo la necessità di offrire dei richiami”, ha detto Anthony Fauci (in foto), direttore dell’Istituto Americano per la Ricerca sulle malattie infettive e consigliere dell’amministrazione Biden. Quanto al tipo e alla marca di vaccino che verrà somministrato per le terze dosi, Fauci ha sottolineato che "sarebbe preferibile inoculare il tipo già usato in precedenza"
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ISRAELE – Il primo Paese al mondo a decidere di somministrare la terza dose di vaccino è stato Israele. Inizialmente si era deciso di limitare il secondo richiamo agli over 60. Negli scorsi giorni il premier Naftali Bennett ha invece aperto anche agli over 50 che si siano vaccinati oltre cinque mesi fa. Il medicinale scelto per le operazioni in Israele è quello prodotto da Pfizer-BioNtech
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Da quando sono iniziate le somministrazioni di terze dosi, lo scorso 30 luglio, il numero di inoculazioni è salito a 775mila. Bennett, parlando di una “lotta alla variante Delta”, ha divulgato messaggi registrati in tre lingue diverse -ebraico, russo e arabo- per convincere tutta la popolazione di Israele a superare le diffidenze verso i vaccini anti Covid
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“Siete gli unici al mondo che hanno la possibilità di ottenere una terza dose. La cosa non è affatto scontata. Mi rivolgo dunque agli anziani, agli over 60 e anche agli over 50. Se non vi vaccinate siete in pericolo. Andate a farlo subito. E nel frattempo state alla larga da assembramenti ", ha detto il premier rivolgendosi ai cittadini israeliani
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Sugli effetti della terza dose, i dati elaborati da Clalit, fornitore di servizi sanitari in Israele, hanno evidenziato problematiche “simili o minori” rispetto a quelle legate alla seconda dose per l'88% dei partecipanti allo studio. Il sintomo più diffuso è stato quello del “dolore al braccio”

FRANCIA – Terza dose di vaccino anche in Francia, dove continuano le proteste legate al pass sanitario obbligatorio. Il governo ha annunciato che sono circa cinque milioni i francesi considerati ad “altissimo rischio” di complicazioni legate al Covid: sono loro le categorie prioritarie per la somministrazione della terza dose di vaccino

La lista dei soggetti prioritari deve ancora essere stilata formalmente, mentre l’inizio delle operazioni ha già una data: le prenotazioni saranno aperte dal 1° settembre e le dosi verranno somministrate dal 15 settembre

CILE – In Cile, dal 12 agosto, si è iniziato a somministrare la terza dose di rinforzo agli over 55 con il farmaco di AstraZeneca

ITALIA – Nessuna decisione è ancora stata presa in Italia, dove la posizione prevalente tra gli esperti sembra quella di riservare la terza dose eventualmente ai soggetti più fragili. "Potrebbe servire a dare un boost, un potenziamento della risposta immunitaria, a chi ha già chiuso il ciclo", spiega Sergio Abrignani, membro del Cts e immunologo dell'Università di Milano

Il dibattito sulla terza dose è legato all’incognita di future varianti potenzialmente più contagiose e aggressive della Delta. Se queste dovessero "prendere il sopravvento - sottolinea Abrignani - allora sarà necessario fare un richiamo con un vaccino diverso, quindi non con il booster". Sulle tempistiche, il membro del Cts precisa che è possibile “aspettare ancora un po'. L'importante è arrivare all'80% di copertura"

Per il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri (in foto), la terza dose è un’ipotesi che “si spera avvenga il prima possibile”. Intervistato da Sky TG24, Sileri ha detto: “Deve diventare una realtà, non da oggi ma sicuramente dall'autunno per i pazienti molto fragili, ad esempio chi è in chemioterapia, chi ha avuto trapianti, i soggetti molto anziani, per loro un rinforzo con la terza dose sarà necessario”

Parte di medici e scienziati è cauta nell’appoggiare con forza l’idea della terza dose perché, sottolinea il virologo Francesco Broccolo dell’Università di Milano Bicocca, “al momento non ci sono dati pubblicati, neanche un lavoro scientifico consultabile, e di conseguenza non è possibile dire che il richiamo possa far aumentare il titolo di anticorpi neutralizzanti e non è scontato che ciò che possa avvenire"

Il virologo precisa che "nella storia delle vaccinazioni mai ci sono stati vaccini di richiamo ravvicinati nel tempo allo scopo di aumentare il titolo degli anticorpi”. Anche secondo Broccolo, l’ipotesi più probabile è che “il richiamo potrebbe essere approvato solo per le persone immunodepresse", come quelle con infezione da Hiv o con malattie autoimmuni o ancora che hanno subito trapianti

A confermare l’efficacia di una terza dose nei soggetti immunodepressi è il risultato di un recente studio pubblicato dal New England Journal of Medicine e condotto dall’University Health Network canadese: i dati relativi a 120 pazienti che si erano sottoposti a trapianto di organi - tutti vaccinati con due dosi di Moderna- hanno mostrato un aumento degli anticorpi nel sangue in chi ha ricevuto una terza dose a due mesi di distanza dalla seconda

REGNO UNITO - Non è ancora stata presa una decisione sul tema terza dose in Regno Unito, dove si sta pensando di procedere con un ulteriore richiamo da fine estate, ma solo per i soggetti più vulnerabili, come dichiarato da Adam Finn, membro del Joint Committee on Vaccination and Immunisation britannico