Usa, durante la pandemia -27% di farmaci prescritti a bambini e adolescenti

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Lo ha sottolineato lo studio di Ping Chua, pediatra presso l’Università del Michigan, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista “Pediatrics”. L’esperto ha preso in considerazione le ricette delle medicine prescritte nella fascia d’età 0-19 anni e dispensate dal 92% delle farmacie americane. Il calo più significativo è stato riscontrato tra gli antibiotici

Nel corso della prima ondata pandemica legata al coronavirus, bambini e adolescenti americani hanno assunto meno farmaci, con un calo registrato pari ad oltre un quarto delle medicine prescritte nella fascia d’età 0-19 anni e dispensate dalle farmacie degli Stati Uniti. Lo ha segnalato uno studio condotto da Ping Chua, pediatra presso l’Università del Michigan, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista “Pediatrics”.

Considerate le ricette durante i primi otto mesi di pandemia

Il lavoro di ricerca ha evidenziato il calo soprattutto per quanto riguarda gli antibiotici, con le prescrizioni più che dimezzate, e per farmaci legati a terapie per infezioni delle vie respiratorie, considerando come lasso temporale quello dei primi otto mesi della pandemia. Chua, infatti, ha analizzato tutte le prescrizioni dispensate tra gennaio 2018 e febbraio 2020 dal 92% delle farmacie statunitensi, per un totale di circa 25,8 milioni di ricette prese in considerazione. Dallo studio è emerso, nello specifico, come tutte le prescrizioni dispensate durante questo periodo sia calato del 27% rispetto al medesimo periodo del 2019.

I motivi legati alla riduzione degli antibiotici

Come detto, significativo è stato il calo segnalato tra gli antibiotici prescritti e dispensati dalle farmacie, pari a circa il 56% rispetto a dodici mesi prima. “La riduzione nel numero di bambini che hanno ricevuto antibiotici è stata coerente con un'ampia riduzione delle visite pediatriche per patologie infettive durante il 2020”, ha poi confermato il pediatra dell’Università del Michigan. “Poiché gli antibiotici hanno importanti effetti avversi”, ha poi proseguito l’esperto commentando la ricerca, “la forte diminuzione nella loro prescrizione potrebbe essere un buon segno”. Ma come spiegare questo calo così evidente? Secondo Chua “questa riduzione molto probabilmente riflette un calo delle infezioni come mal di gola e raffreddore, legato alle misure di restrizione e distanziamento sociale come l'uso delle mascherine”, ha detto. “Come conseguenza i bambini hanno avuto meno visite dal pediatra e quindi una minore possibilità di vedersi prescrivere un antibiotico”, ha poi sottolineato ancora, in conclusione. Tra l’altro lo stesso studio ha ipotizzato che, se anche per il prossimo anno scolastico saranno mantenute le misure di sicurezza anti-Covid, con il distanziamento in classe e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, potrà essere possibile che questo trend, legato ad un minor consumo di antibiotici, possa continuare.

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