Sono questi gli ultimi dati diffusi dal governo britannico. Il numero totale di tamponi eseguiti ha superato quota 1,2 milioni. In leggero aumento, inoltre, i pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere
Sono più di 32.500 i nuovi casi di coronavirus nel Regno Unito, alimentati dalla diffusione della variante Delta (ex indiana). Stando ai dati ufficiali forniti dal governo britannico, nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 32.551 contagi, circa lo stesso numero di ieri. Il numero totale di tamponi eseguiti ha superato quota 1,2 milioni.
Gli effetti della campagna vaccinale
L’effetto della campagna vaccinale, al momento, continua a far registrare, seppur in proporzione inferiore, un lieve incremento del numero totale dei ricoveri negli ospedali. Nelle ultime 24 ore questo dato è salito poco oltre quota 2.600, con circa 200 pazienti in più ammessi nelle strutture ospedaliere britanniche, rispetto alle 24 ore precedenti. I decessi giornalieri sono rimasti fermi, invece, a 35. Per quanto riguarda poi i vaccini somministrati, le statistiche ufficiali parlano di 79,8 milioni di dosi inoculate in tutto il Paese, che attualmente coprono il 65% degli over 18 con la doppia dose e l'86,6% con la prima.
L’allarme dei medici sull'allentamento delle misure anti-Covid
Intanto, dopo l'intenzione di procedere, probabilmente a partire dal 19 luglio, con la tappa definitiva dell'uscita del Regno Unito dalle restrizioni anti-Covid, un gruppo di 122 medici e scienziati provenienti da oltre una dozzina di Paesi, ha definito la scelta, anticipata nei giorni scorsi dal premier Boris Johnson, come “pericolosa e prematura”. È quanto pubblicato in una lettera diffusa su “Lancet”, in cui gli stessi esperti chiedono a Johnson di poter rivedere la sua decisione e di sospendere la riapertura fino a quando non verranno vaccinate più persone. Il possibile “freedom day” inglese, con l’allentamento delle restrizioni anti-Covid, sarebbe “un esperimento pericoloso, illogico e anti etico”, hanno scritto i medici, secondo cui le riaperture, proprio in coincidenza con la diffusione della variante Delta, potrebbero “fornire terreno fertile all'emergere di nuove varianti resistenti ai vaccini”. Oltre ad avere un impatto significativo sul servizio sanitario nazionale e sul personale medico, provato dopo le precedenti ondate di contagi.