Sviluppata mascherina in grado di rilevare il Sars-CoV-2 e altri virus

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Integra dei minuscoli sensori monouso frutto di oltre 7 anni di ricerca. Il risultato, descritto su Nature biotechnology, è stato ottenuto da un team di ricercatori del Mit e dell'Universitá di Harvard, grazie anche al contributo di un'azienda di Milano che produce tessuti in fibra ottica

Messa a punto una mascherina con biosensori in grado di riconoscere e diagnosticare, nell'arco di 90 minuti, la presenza di virus, dal Sars-CoV-2 a Ebola, in chi la indossa.
Il risultato, descritto sulle pagine della rivista specializzata Nature biotechnology, è stato ottenuto da un team di ricercatori del Mit (Massachusets institute of technology) e dell'Universitá di Harvard, grazie anche al contributo di un'azienda di Milano che produce tessuti in fibra ottica. (VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Di cosa si tratta

La mascherina integra dei minuscoli sensori monouso, basati su ingranaggi cellulari liofilizzati, frutto di oltre 7 anni di studio. I ricercatori hanno infatti iniziato a metterli a punto nel 2014 per diagnosticare Ebola e Zika. Questi sensori sono stati progettati per essere attivati direttamente da chi indossa la mascherina e i risultati della loro rilevazione appaiono all'interno del dispositivo di protezione individuale, in modo da garantire la privacy della persona. Nel corso del nuovo studio, il team di ricerca, coordinato da James Collins, Peter Nguyen e Luis Soenksen, ha dimostrato che i sensori possono essere integrati non solo nelle mascherine, ma anche in altri indumenti, come i camici di laboratorio.
Nello specifico, i ricercatori hanno testato centinaia di tipi di tessuti, dal cotone al poliestere, dalla lana alla sera, per riuscire a individuare quello che più si presta a ospitare questo biosensore, una combinazione di poliestere e altre fibre sintetiche. Inoltre, per rendere indossabili i sensori, hanno incorporato le loro componenti liofilizzate in una piccola sezione del tessuto.

Come funzionano i sensori

I sensori sono in grado di produrre diverse tipologie di segnali, anche luminosi o fluorescenti, che possono essere letti con uno spettrometro portatile.
Per facilitarne la lettura, il team di ricerca ha messo a punto anche uno spettrometro indossabile, che può essere integrato nel tessuto ed è in grado di trasmettere i risultati via wireless ad uno smartphone o strumento mobile.
"Possiamo liofilizzare una vasta gamma di sensori di biologia sintetica per rilevare gli acidi nucleici di virus e batteri, cosí come sostanze chimiche tossiche. Questa piattaforma potrebbe portare ad una nuova generazione di biosensori indossabili per chi lavora in prima linea, personale sanitario e militare", ha commentato James Collins, tra i coordinatori dello studio.

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