Covid, Palù a Sky TG24: “Da luglio via le mascherine all'aperto? È auspicabile"
Salute e BenessereIl presidente dell'Agenzia italiana del farmaco e membro del Cts è intervenuto per chiarire i punti dell'agenda di giornata. La discussione sui dispositivi di protezione "non è in programma oggi", ha detto. Ha anche rassicurato sulla variante Delta che ha causato un nuovo picco di contagi in Gran Bretagna: "I vaccini sono efficaci nel trattenere il virus"
Dai primi giorni di luglio forse si potrà dire addio alle mascherine all’aperto. A dirlo è il presidente dell’Aifa Giorgio Palù a Sky TG 24. Grazie all’aumento delle persone immunizzate con le vaccinazioni, e al contestuale calo dei contagi, i dispositivi di protezione potranno essere tolti in determinate situazioni in cui il rischio di infezione è minore, ad esempio all’aperto. Ad oggi, infatti, vige ancora l’obbligo di indossare la mascherina. “È auspicabile che da luglio se ne potrà fare a meno, ma la discussione non è in programma oggi”, ha ribadito il presidente dell’Aifa e membro del Cts.
L'importanza del tracciamento
Il miglioramento della situazione non deve però far abbassare la soglia di sorveglianza. "Dobbiamo continuare a usare attenzione, soprattutto per gli assembramenti", ha raccomandato Palù. Il membro del Cts ha anche ricordato l'importanza della sorveglianza virologica, soprattutto per bloccare in tempo i focolai. "Con l’incidenza bassa che abbiamo oggi è possibile fare un tracciamento massivo e identificare i focolai sul nascere, ricorrendo al contenimento".
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La variante Delta
Palù ha rassicurato sulla pericolosità della variante Delta, che nel Regno Unito ha provocato una nuova impennata nei contagi. “La parola ‘variante’ evoca un senso di pericolo, ma dobbiamo ricordare che è una delle funzioni normali dei virus. Quello che sappiamo è che anche queste varianti vengono tenute sotto controllo dagli anticorpi del vaccino”. Secondo gli studi che vengono portati avanti in questi giorni, i vaccini sono efficaci contro le varianti. Inoltre, quelli a mRna come Pfizer e Moderna stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi che bloccano non solo la trasmissione ma anche il manifestarsi dell’infezione.
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La terza dose di vaccino
Si discute della possibilità di dover fare una terza dose di vaccino contro il Covid per garantire una copertura dal contagio anche durante il prossimo inverno. “Ma sono studi in corso. Sembra che gli anticorpi abbiano una durata più lunga di quella che si pensava, di almeno 11-12 mesi. Inoltre dobbiamo ricordare che le cellule del nostro sistema immunitario, dove si deposita la memoria, dovrebbero attivarsi in caso di contatto col virus”, ha spiegato Palù.
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La vaccinazione eterologa
"Dal punto di vista immunologico, il mix di vaccini è efficace", ha commentato Palù. “Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha raccomandato l’uso della vaccinazione eterologa al di sotto dei 60 anni". Le persone under 60 ad aver ricevuto come prima dose il vaccino Astrazeneca e che ora riceverranno un vaccino a base mRna sono circa 900mila. "Stiamo parlando di numeri molto lievi per quanto riguarda l’impatto sulla vaccinazione”, ha detto il presidente di Aifa.
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Il futuro della pandemia
“Non possiamo dire con certezza cosa succederà a settembre. È possibile che il virus diventi endemico, ma non possiamo sbilanciarci perché è la prima pandemia di questa portata che viviamo”, ha chiarito il presidente Aifa. La cosa certa è che bisognerà imparare a convivere con il Covid-19. “Osservando la storia dei coronavirus sappiamo che esiste una grande reattività, quindi c’è la possibilità che il genere umano si adatti al virus”. La cosa più importante sarà vaccinare i Paesi più poveri. “La lezione più grande da questa pandemia è che dovrebbe allertarci per affrontare le prossime”, ha concluso Palù.