Bimba nata a 22 settimane: è stata dimessa dopo 6 mesi e sta bene

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E’ la storia della piccola Giada, venuta al mondo a Capodanno quando pesava poco più di 500 grammi e dimessa in buona salute, dopo sei mesi in cui è stata assistita presso la terapia intensiva neonatale dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. La piccola, nonostante gravi complicanze “affrontate con tenacia, ha mostrato fin da subito la sua grande voglia di vivere”, hanno detto gli operatori sanitari

Alla nascita, avvenuta a Capodanno, pesava poco più di 500 grammi e ora, dopo sei mesi presso la terapia intensiva neonatale, è stata dimessa ed è in buona salute. E’ la storia della piccola Giada, nata a sole 22 settimane di gestazione e dunque gravemente pretermine, dimessa nei giorni scorsi dall’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. A riferirlo, una nota dell'Ausl locale.

Una grande voglia di vivere

Merito dell'esito positivo della vicenda va anche ai medici e agli operatori sanitari del reparto di neonatologia e alla direzione dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia che hanno spiegato come la nascita prematura riguardi circa il 10% dei neonati nel mondo e come circa l’1% di essi nascano con un peso inferiore ai 1500 grammi. La nascita a 22 settimane di gravidanza, come nel caso della piccola Giada, “raramente consente la sopravvivenza, che viene riportata in Italia in pochissimi casi, e in questi spesso si accompagna a patologie croniche invalidanti”, si legge nella nota. E, sottolineano gli esperti, non è una casualità che la maggior parte delle raccomandazioni delle autorità mediche e scientifiche indichino proprio nelle 23 settimane il limite inferiore di sopravvivenza. La piccola, “ha mostrato fin da subito la sua grande voglia di vivere”, hanno spiegato i medici del Santa Maria Nuova. “Siamo orgogliosi e felici di aver accompagnato lei e i suoi genitori in questi mesi difficili e di poterla mandare a casa in perfetta salute”, ha commentato il dottor Giancarlo Gargano, direttore della terapia intensiva neonatale della struttura.

Le complicanze e la risposta della piccola

La piccola, hanno sottolineato ancora i medici, ha presentato un decorso tipico di gravidanze pretermine, con numerose complicanze che hanno reso travagliato il percorso di cure. Tra esse, un’insufficienza respiratoria e un’ipertensione polmonare, una “pervietà del dotto arterioso che ha richiesto un intervento cardio-chirurgico” e una retinopatia per cui sono stati effettuati vari interventi oculistici. Tutte gravi complicanze “affrontate con tenacia dalla bimba e dalla sua famiglia”, hanno detto gli operatori sanitari. “E’ ancora molto discussa l’opportunità di sottoporre a una rianimazione neonatale i nati ad età gestazionali così estreme. Nel nostro centro ne siamo perfettamente consapevoli e in piena sintonia con i colleghi ostetrici in questi casi effettuiamo approfonditi counselling prenatali per spiegare ai genitori i rischi e le possibilità di sopravvivenza, ma anche l’alta prevalenza di esiti”, ha spiegato ancora Gargano. “La decisione finale è sempre condivisa con la famiglia e soprattutto a guidarci è la risposta del neonato alle prime manovre rianimatorie. La bimba ha dimostrato da subito la sua grande voglia di vivere e ci ha spinto tutti, sanitari e genitori, a ‘non mollare’ ed a offrirle la migliore assistenza possibile. Dal giorno della sua nascita, tantissimi medici e infermieri si sono alternati nella sua cura, garantendo un’assistenza continuativa di primissimo ordine”, ha poi concluso.  

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