Ittero, un'app per lo screening può salvare le vite dei neonati

Salute e Benessere

Causato dall’aumento della bilirubina nel sangue, è spesso una condizione fisiologica. Ma, soprattutto in alcune parti del mondo, può causare la morte. Per evitarla, dai ricercatori dell’University College London, arriva una proposta innovativa 

Il termine "ittero", come spiega nel dettaglio anche il sito web dell’Ospedale Bambin Gesù, si riferisce alla colorazione giallastra nei neonati della pelle, delle sclere (membrane fibrose, formate da collagene e fibre elastiche che costituiscono la parte posteriore del bulbo oculare) e delle mucose causata da un aumento della bilirubina nel sangue. Per il neonato si tratta, nella maggior parte dei casi, di una manifestazione fisiologica destinata a scomparire nel giro di pochi giorni ed ha spesso e volentieri una funzione positiva in quanto la bilirubina può funzionare come un efficiente antiossidante. L'ittero fisiologico riguarda circa il 60% dei bambini nati a termine di gravidanza e l'80% di quelli pretermine, ovvero nati prima delle 37 settimane di età gestazionale. Ma l’ittero provoca anche 114.000 morti neonatali e 178.000 casi di disabilità in tutto il mondo, nonostante si tratti di una condizione curabile: tre quarti dei decessi avvengono nell'Asia meridionale e nell'Africa sub-sahariana. A dirlo è l’University College London, che in uno studio pubblicato sulla rivista “Plos One”, ha messo a punto un'app per smartphone che consente di verificare questa condizione nei neonati semplicemente scattando una foto dell'occhio.

Uno strumento affidabile

Si tratta, spiegano i ricercatori, di un modo efficace e a basso costo per lo screening, che permetta allo stesso tempo di salvare quante più vite possibili. A spiegare la proposta è il dottor Terence Leung, autore senior dello studio, che ha sottolineato come “in molte parti del mondo, le ostetriche e le infermiere fanno affidamento solo sulla vista per valutare l'ittero. Tuttavia, si tratta di uno strumento non affidabile, soprattutto per i neonati di colore”. Quindi, ecco che il metodo messo a punto “fornisce una valutazione più solida, garantendo che casi gravi non passino inosservati”. Ma cosa può causare l’ittero se non curato correttamente? Mentre nella maggior parte dei casi nei neonati è innocuo, nei casi più gravi una forma neurotossica di bilirubina può penetrare nel cervello, causando morte o disabilità tra cui la perdita dell'udito, condizioni neurologiche come la paralisi cerebrale atetoide (la più comune tra le forme di paralisi cerebrale) e ritardi nello sviluppo.

Un metodo economico

Nello studio sono state scattate foto degli occhi di 37 neonati che erano stati sottoposti a esami del sangue. Queste immagini sono state elaborate per rimuovere gli effetti distorsivi della luce di sfondo e il giallo dell'occhio quantificato per prevedere il livello di bilirubina nel sangue. Queste previsioni sono state quindi confrontate con i risultati degli esami del sangue. Il metodo ha identificato con successo tutti i casi in cui il trattamento per l’ittero sarebbe normalmente richiesto, identificando i casi che non lo richiedevano con una precisione del 60%. Si tratta di un tasso di successo paragonabile ai bilirubinometri transcutanei, costosi dispositivi portatili consigliati per questa tipologia di screening. Secondo Felix Outlaw, altro autore dello studio, “questo metodo di screening non richiederebbe attrezzature speciali a parte uno smartphone e rappresenterebbe un decimo del costo dei dispositivi commerciali utilizzati nel Regno Unito. E dato che gli smartphone sono comuni anche nelle parti povere e remote del mondo, essere in grado di usarli per lo screening dell'ittero avrebbe un impatto significativo". Nel frattempo la sperimentazione prosegue, coinvolgendo più di 500 bambini in Ghana.

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