Sono state stilate da una serie di associazioni di pazienti e dalle società scientifiche coinvolte nel progetto "Bersaglio Melanoma", quindi inviate al Ministro della Salute, Roberto Speranza e al Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Obiettivo, abbreviare i tempi della diagnosi di melanoma, tumore della pelle per cui nel 2020 in Italia, le nuove diagnosi sono aumentate del 20% rispetto a 12 mesi prima
Il melanoma è un tumore, spesso molto aggressivo, che ha origine nella cute o, in casi però molto più rari, negli occhi o nelle mucose. Si sviluppa a partire dai melanociti, ovvero le cellule che producono la melanina, il pigmento che conferisce alla cute la sua tipica colorazione. Per contribuire a sottolineare l’importanza della diagnosi precoce, un insieme di associazioni ha stilato una serie di dieci raccomandazioni, accompagnate da altrettante azioni, con l’obiettivo di abbreviare i tempi della diagnosi legata alla malattia. Il decalogo è stato proposto dalle associazioni di pazienti e dalle società scientifiche coinvolte nel progetto "Bersaglio Melanoma", promosso da Aimame (Associazione italiana malati di melanoma e tumori della pelle), Apaim (Associazione pazienti Italia melanoma), Emme Rouge e Melanoma Italia onlus (Mio), con il patrocinio di Adoi (Associazione dermatologi-venereologi ospedalieri italiani), Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), Imi (Intergruppo Melanoma italiano) e Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse).
Le raccomandazioni degli esperti
Le raccomandazioni sono state inviate al Ministro della Salute, Roberto Speranza, e al Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Riassumendole, gli esperti hanno sottolineato come sia importante non far trascorrere oltre 30 giorni fra il sospetto di melanoma e la prima visita specialistica dermatologica. Per quanto riguarda il controllo dei nei, invece, occorre che vada esaminata ogni parte del corpo, attraverso l’utilizzo imprescindibile del dermatoscopio, uno speciale strumento ottico adatto per individuare lesioni della cute invisibili all’occhio umano. Inoltre, è segnalato come fondamentale che il tempo intercorso tra la prima visita dermatologica e l'intervento chirurgico, proposto per rimuovere la lesione sospetta, non risulti superiore ad un mese. Quindi, dopo l'asportazione del melanoma, il referto istologico deve pervenire entro due settimane dall'accettazione del campione. Ed è fondamentale che il medico comunichi direttamente e di persona la diagnosi al paziente.
Come distinguere un melanoma
Come spiegato da Giovanni Pellacani, direttore dell'unità operativa complessa di dermatologia del Policlinico Umberto I di Roma, “in un anno le nuove diagnosi di melanoma, in Italia, sono aumentate del 20%, da 12.300 nel 2019 a quasi 14.900 nel 2020. Nessun'altra neoplasia ha fatto registrare un incremento così elevato”, ha rilevato l’esperto. “Prevenzione e diagnosi precoce sono le armi più importanti per sconfiggere questo tumore della pelle. Se scoperto in fase iniziale ed eliminato con una corretta asportazione chirurgica, il melanoma è del tutto guaribile”, ha poi confermato. Per Pellacani, da tenere a mente è la cosiddetta “regola dell'Abcde”, ovvero “il primo passo verso la prevenzione, perché aiuta a distinguere un neo da un melanoma”. Le caratteristiche di cui tenere conto, esaminando i nei, sono asimmetria, bordi irregolari, colore disomogeneo, diametro superiore a 6 mm ed evoluzione, ha spiegato ancora.