Il complesso intervento, durato circa due ore, si è svolto presso l’Ospedale Santa Maria Annunziata. I medici sono riusciti ad asportare la massa ad un paziente affetto da tumore retroperitoneale. Il giovane è attualmente in buone condizioni fisiche ed è stato dimesso in seguito ad un buon decorso postoperatorio
Si è svolto presso l’Ospedale Santa Maria Annunziata, a Firenze, un complesso intervento chirurgico che ha permesso ai medici di asportare un’intera massa tumorale, del peso di 9,3 kg. La particolare operazione è stata effettuata, nei giorni scorsi, su un giovane paziente affetto da tumore retroperitoneale: la massa, infatti, era presente nella parte posteriore della cavità addominale.
Una massa tumorale di 40 cm
L’intervento, come si legge in un comunicato diffuso sul portale dell’Ausl Toscana centro, è durato circa due ore, ed è stato eseguito presso il reparto di chirurgia del nosocomio toscano, diretto dal dottor Marco Scatizzi, che insieme ai dottori Gian Matteo Paroli e Francesco Colella, è riuscito a portare a termine con successo la complessa operazione. Il paziente, si legge ancora nella nota, aveva notato la crescita della massa tumorale nell'arco dell'ultimo anno, ma a causa della pandemia aveva scelto di non sottoporsi ad esami di controllo per timore di recarsi presso l’ospedale. Soltanto nei giorni scorsi, a seguito di forti dolori addominali uniti a “subocclusione intestinale”, ha deciso di recarsi presso il pronto soccorso dell'ospedale fiorentino. Dai controlli è emersa la presenza della voluminosa massa retroperitoneale, che nel frattempo aveva raggiunto le dimensioni di 40x27x23 centimetri.
L’influenza negativa della pandemia
A quel punto si è reso necessario l’intervento dell'équipe del reparto di chirurgia, coordinata dal punto di vista anestesiologico dalla dottoressa Raffaella Papa, che ha asportato la parte interessata dal tumore maligno. Il paziente, hanno spiegato i medici, si trova attualmente in buone condizioni fisiche ed è stato dimesso in seguito ad un positivo decorso postoperatorio. Come sottolineato dal dottor Stefano Michelagnoli, direttore del dipartimento specialistiche chirurgiche dell’Ausl Toscana Centro, si è trattato di un “esempio di come la pandemia abbia influito negativamente sullo stato di salute delle persone. La paura di recarsi in ospedale ha comportato ritardi nelle diagnosi, non solo in disturbi come appendici, diverticoliti o colecisti, ma anche in malattie di tipo oncologico”, ha spiegato. “Questo ha comportato l’esecuzione di complessi interventi chirurgici anche in situazioni che, se diagnosticate in tempo, sarebbero state più semplici da operare”, ha poi aggiunto.