Trapianto di staminali per bimba di 13 mesi con tumore infantile

Salute e Benessere
L'equipe medica di Oncoematologia pediatrica del Policlinico di Bari

La paziente di soli 6 chili di peso è stata sottoposta a un “trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche" presso il Policlinico di Bari. "La piccola ha brillantemente superato tutta la fase trapiantologica a cui abbiamo associato anche un'immunoterapia particolarmente aggressiva", ha spiegato Nicola Santoro, direttore dell’unità di Pediatria ad indirizzo OncoEmatologico

È perfettamente riuscita, presso l'unità di Pediatria a indirizzo OncoEmatologico del Policlinico di Bari, diretta dal dottor Nicola Santoro, una delicata procedura di  trapiantologica eseguita su una bimba di 13 mesi di soli 6 chili di peso, affetta da una forma rara ed estremamente aggressiva di tumore infantile (neuroblastoma). La paziente è stata sottoposta a un “trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche", durante il quale ha potuto suonare xilofoni e ovetti musicali. Si è trattato della prima volta e la procedura, durata circa cinque ore, è stata eseguita con successo.
Come riportato in una nota pubblicata dall'ospedale, la piccola paziente dopo una lunga degenza di circa 4 settimane necessaria per la procedura di trapianto, "sta ora affrontando un percorso di immunoterapia oncologica che le permetterà di confidare ancor più nella guarigione".

Trapianto di cellule staminali su bimba: la procedura nel dettaglio

Il trapianto è stato preceduto dalla raccolta delle cellule staminali dal circolo ematico della bimba. "Dato il peso della paziente che poneva complesse problematiche tecniche e cliniche - precisa la nota - la raccolta delle cellule (aferesi terapeutica) è stata attentamente studiata e condotta dal Centro Trasfusionale dello stesso ospedale" direttamente al letto della piccola  affiancata dalla sua mamma. Durante la seduta, la paziente è rimasta tranquilla con i suoi genitori e non ha avuto bisogno di sedazione farmacologica.
"L'autotrapianto (trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche) è una metodologia pressoché routinaria per quanto riguarda le nostre patologie, la particolarità è data dal peso estremamente basso della bambina che era l'ostacolo più grande da superare", ha spiegato Nicola Santoro, direttore dell’unità di Pediatria ad indirizzo OncoEmatologico del Policlinico di Bari. "La piccola ha brillantemente superato tutta la fase trapiantologica a cui abbiamo associato anche un'immunoterapia particolarmente aggressiva: tutte le procedure eseguite hanno dato un esito decisamente positivo e favorevole".

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